Economia

Il Fisco affila le armi: caccia a chi non ha pagato i condoni 2019

L'Agenzia delle Entrate ha chiesto agli uffici territoriali di attivarsi per verificare chi non ha versato quanto dovuto entro le scadenze prefissate. Parte la caccia del Fisco

Il Fisco affila le armi: caccia a chi non ha pagato i condoni 2019

Il Fisco affila le armi e, in nome della lotta all'evasione fiscale, è pronto a dare la caccia a chi non ha pagato le rate dei condoni 2019.

Secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore, l'Agenzia delle Entrate ha chiesto agli uffici territoriali di attivarsi per verificare chi non ha versato quanto dovuto entro le scadenze prefissate. L'obiettivo è recuperare il denaro mancante, maggiorato da interessi e sanzioni.

È per questo motivo che le Entrate hanno anche dettato una serie di istruzioni ai vari uffici, che consentiranno di attivare immediatamente i recuperi crediti a quei contribuenti che hanno aderito alle sanatorie inerenti a processi verbali di contestazione, avvisi di accertamento, oppure liti pendenti e rettifiche a società sportive dilettantistiche.

Nel mirino ci sono coloro che, sfruttando i benefici della pace fiscale, pensavano di scamparla versando solo la prima rata e lasciando in sospesi gli altri debiti fiscali.

Un rischio del genere era già stato messo in conto dal presidente della Corte dei conti, Angelo Buscema, il quale aveva fatto risuonare i primi allarmi nelle audizioni ai tempi del decreto fiscale gialloverde. Il motivo è semplice: la probabilità che alcuni contribuenti saldino solo la prima rata usufruendo dei condoni e poi smettano di versare è alta proprio a causa dei lunghi piani di pagamento, estesi a 5 anni.

Le armi del Fisco

Gli uffici dell'Agenzia non hanno alcuna intenzione di farsi cogliere impreparati. È per questo che le autorità fiscali potranno affidarsi a tutti gli strumenti informatici del caso, fra cui l'incrocio dei dati dei modelli di versamento F23 ed F24 con i codici tributo dei diversi condoni.

I furbetti scoperti perderanno i benefici garantiti dalla pace fiscale. Inoltre dovranno pagare gli importi dovuti per le rate non versate. Tale somma sarà maggiorata al 45% a causa delle sanzioni e al 4% per via degli interessi, a partire dal giorno successivo alla scadenza del versamento dovuto.

Gli uffici potranno presentare il conto con la cartella di pagamento degli importi rielaborati da qui al 31 dicembre del terzo anno successivo a quello della scadenza dell'ultima rata del piano di dilazione.

Discorso a parte merita chi ha versato in ritardo o in modo insufficiente. È il caso del cosiddetto "lieve inadempimento", che comprende tutti coloro che hanno versato la rata diversa dalla prima entro il termine di quella successiva o di chi ha pagato meno del dovuto ma entro il 3%, e in misura non superiore ai 10mila euro.

In tal caso, il sistema "isola" il contribuente e presenta il conto delle somme da pagare, con maggiorazione e interessi, “calcolati dal giorno successivo alla scadenza fino a quella in cui il contribuente salda il conto”.

Da considerare in ogni caso la sanzione del 30%, che potrà ridursi per chi paga in tempi brevi.

Con un ritardo non superiore ai 90 giorni la multa si abbatte della metà e di un quindicesimo per ciascun giorno se i “ritardi siano inferiori a 15 giorni”.

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