Economia

Fumo elettronico, il blitz di Natale: tassa di 3,33 euro per ogni ricarica

Sigarette elettroniche ancora nel mirino dello Stato. Protestano gli operatori del settore

Fumo elettronico, il blitz di Natale: tassa di 3,33 euro per ogni ricarica

Regalino di Natale per i fumatori di sigarette elettroniche. Il 24 dicembre, infatti, i Monopoli di Stato hanno emanato un decreto provvisorio che stabilisce, per i liquidi di ricarica delle e-cig, una tassa pari a 3,33 euro per ciascun flacone da 10 ml. Si è arrivati a questo balzello stabilendo che ogni millilitro di ricarica equivale a 5 sigarette tradizionali. La stangata di Natale su chi svapa deriva dall'attuazione della Delega fiscale del governo, che per le sigarette elettroniche prevede un'imposta commisurata a quella delle sigarette, ma ridotta, in considerazione della loro "minore nocività".

Per fare i conteggi e stabilire l'equivalenza di un kg di normali sigarette a un certo quantitativo di ricarica liquida, viene utilizzato uno speciale macchinario: l'accisa in base alla legge è ridotta del 50%. Era stata la relazione tecnica del provvedimento a indicare l'equivalenza di un millilitro di ricarica a quattro sigarette, portando l'ipotesi di imposta - come scrive il Messaggero - a oltre sei euro. Ma il decreto dei Monopoli ha stabilito un importo inferiore, fissando l'equivalenza in un millimetro per cinque sigarette.

Subito è scoppiata la polemica degli operatori del settore, che contestano fermamente il paragone tra e-cig e normali sigarette. L'accusa mossa ai Monopoli (e al governo) è questa: non c'è alcuno standard scientifico sul quale si possa basare in modo corretto e incontestabile il parallelo tra e-cig e sigarette tradizionali. 

A conti fatti la nuova tassa dovrebbe causare un aumento del 100% del prezzo medio delle ricariche. Molto più di un balzello. In pratica si raddoppia il costo. Una vera e propria stangata per gli operatori del settore. Tra l'altro entro il 20 gennaio deve essere fissata l'equivalenza ufficiale (quella di cui si parla è solo provvisoria). Le tasse, quindi, potrebbero cambiare ancora, nel giro di poche settimane.

Contribuendo a rendere ancora più incerto un settore già in difficoltà. 

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