La Gdf chiede 100 milioni a Banca Akros

Nuovi guai fiscali per Bpm. La Guardia di Finanza, dopo l'ispezione avviata nel gennaio 2012 presso la controllata Akros, ha chiesto di pagare imposte per 100,8 milioni, contestando l'«abuso di diritto» su una serie di operazioni in derivati legati ad alcune azioni. Secondo la Fiamme Gialle le operazioni sotto accusa, condotte tra il 2008 e il 2010 (e quindi precedenti alla gestione Bonomi), mascheravano contratti di pronti contro termine o prestito titoli. A maggio era stata quindinotificata a Banca Akros l'omessa applicazione di ritenute per 93 milioni e il mancato pagamento di 7,8 milioni di Irap. Il conto è destinato a lievitare in quanto non include le sanzioni e gli interessi.
Bpm, nel dare conto nell'ultima semestrale dei rilievi della Gdf, giudica le contestazioni «prive di fondamento in ordine sia ai fatti contestati, sia alle argomentazioni tecniche addotte a supporto della ricostruzione». Banca Akros intende quindi «far valere le proprie ragioni e, a tal fine, ha presentato le proprie osservazioni». Bpm non esclude però di scendere a patti col Fisco.

Non è la prima volta che Bpm, come molte concorrenti, finisce nel mirino del fisco, e nel dicembre 2010 chiuse un contenzioso su alcune operazioni strutturate per 186 milioni. Il caso più eclatante era stata l'operazione «Brontos» contestata a Unicredit.

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