Generali, la Borsa vuole la «fase 2»

Per Greco inizia il test della crescita. Gli analisti prevedono 1,9 miliardi di utili e 58 centesimi di dividendo

Sale l'attesa su Generali (-1,2% a 18,7 euro) che domani alzerà il velo sui dati 2014, ma soprattutto sulla nuova strategia di dividendi e sui prossimi mesi in attesa del piano industriale fissato per il 27 maggio. Con il bilancio 2014 infatti, per il Leone di Trieste si chiude la fase di ristrutturazione e di rafforzamento della solvibilità del gruppo e si apre la «fase due», quella dedicata al ritorno alla crescita. Generali dovrebbe aver chiuso il 2014 con una solvency I (il rapporto che misura la solidità patrimoniale di un gruppo assicurativo) al 162%, ben oltre il 117% registrato solo tre anni fa e superiore al target del 160%. «Ci aspettiamo che Generali dia un messaggio di fiducia al mercato con l'aggiornamento dei progressi effettuati nella ristrutturazione, la crescita della redditività e l'aumento del dividendo, tutti fattori che a nostro giudizio dovrebbero sostenere la sovra performance del titolo almeno fino all'investor day di maggio», dicono gli analisti di Keefe, Bruyette & Woods che sul titolo hanno una raccomandazione d'acquisto a 19 euro.

A livello operativo, la raccolta dovrebbe attestarsi a 67,7 miliardi, di cui 47,1 nel ramo Vita e 20,57 nel Danni; con un combined ratio al 93,9%, un risultato operativo di 4,75 miliardi (2,96 nel Vita e 1,92 nel Danni) e un utile netto di 1,937 miliardi (le previsioni oscillano tra 1,4-2,1 miliardi). Certo i punti interrogativi che potrebbero penalizzare la redditività del 2014 non mancano: dalla definizione della multa alla ex controllata Bsi da parte delle autorità Usa, alla ulteriore svalutazione della partecipata russa Ingostrakh, fino alle possibili poste aggiuntive a riserve sulle attività in Francia e Polonia.

I dati 2014 evidenzieranno quindi l'affrancamento del gruppo dai problemi di solidità patrimoniale, un risultato raggiunto grazie alla cura dimagrante (per 4 miliardi circa di asset complessivi) imposta, negli ultimi due anni, dall'ad Mario Greco e che ha permesso al Leone di Trieste di tornare ad agguantare un solvency ratio in linea con i maggiori concorrenti europei senza passare dalla temuta ricapitalizzazione.

Completato quindi il risanamento, con un anno di anticipo, Generali tornerà a crescere per linee organiche (al momento non si prevedono acquisizioni di peso), con un focus sull'Europa (Italia, Francia e Germania), sul redditizio Est Europa e uno sviluppo prospettico dell'Asia (Cina ma non solo). Insomma uno scenario dove la gran parte dei flussi di cassa potrà essere destinata alla retribuzione degli azionisti. E infatti, sotto questo aspetto gli analisti non hanno dubbi: il 2014 inaugurerà una nuova politica di dividendi, più generosa rispetto al passato. Il consensus degli analisti prevede una cedola di 0,58 euro per azione. Ma non manca chi scommette su qualcosa di più.

Come Jp Morgan Cazenove secondo cui Generali staccherà una cedola di 0,67 euro per tre ragioni: «Se lo può permettere, tranquillizzerebbe gli investitori dopo la decisione presa a febbraio di sospendere il credit rating di S&P (l'ultimo rating era BBB+) ritenendolo collegato non alla solidità patrimoniale del gruppo ma a una differente valutazione del rischio Paese, e infine rappresenterebbe un passo logico verso l'investor day del 27 maggio dove riteniamo che Generali ribadirà che la ristrutturazione del bilancio è completa e che pertanto cambierà strategia focalizzandosi maggiormente sulla crescita». E sarà solo l'inizio. «Ci aspettiamo un tasso di crescita annua al 2018 del 20%», sostiene Barclays che su Generali ha una raccomandazione di acquisto e un target a 19 euro.

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