Il nuovo piano industriale delle Generali verrà presentato il 21 novembre a Milano. Ma ieri, in un'intervista rilasciata al Sole 24 Ore nel 20esimo Annual Assicurazioni, l'ad Philippe Donnet ha già annunciato di voler rafforzare l'attuale leadership del Leone in Europa, dove «c'è ancora spazio di crescita e di sviluppo». Il gruppo ha anche deciso di sviluppare delle presenze forti in Asia e in due paesi dell'America Latina che sono l'Argentina e il Brasile. Quello della compagni triestina sarà, dunque, un piano dedicato alla crescita, all'espansione e allo sviluppo ma anche al rafforzamento della situazione patrimoniale, all'innovazione e all'accelerazione delle trasformazione digitale. «Siamo arrivati alla fine di una fase di sei anni di ristrutturazione, tre anni di ristrutturazione finanziaria e tre anni di trasformazione industriale. Oggi siamo in una situazione molto diversa, abbiamo liberato tanto capitale, abbiamo un livello di cassa rilevante, dobbiamo investire per sviluppare il nostro gruppo e siamo pronti a farlo», ha aggiunto il manager che non temo «alcun tipo di fuga di capitali perchè noi siamo capaci, insieme a tutto il settore, di offrire i prodotti giusti per gestire bene il risparmio degli italiani.
Niente panico da spread anche per Salvatore Rossi, presidente di Ivass, l'autorità di Vigilanza delle assicurazioni: «La volatilità dei rendimenti colpisce più le assicurazioni delle banche, per le quali l'investimento in titoli di Stato è residuale: le compagnie infatti vi investono il 40% dell'attivo contro il 10% degli istituti di credito».
Tornando al Leone, ieri l'Antitrust ha revocato i paletti imposti del 2012, quando aveva dato il via libera alla concentrazione tra Unipol, Premafin e Fondiaria Sai, perchè avrebbe creato una posizione dominante in alcuni mercati assicurativi. Ora «Mediobanca non esercita più il controllo di fatto su Generali», ha sancito il Garante.
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