Generali spiazza l’Antitrust: Tirrena ai francesi

La compagnia venduta a Groupama per 1,25 miliardi. Risultati sopra le attese

Generali spiazza l’Antitrust: Tirrena ai francesi

da Milano

Da Trieste arrivano buone notizie e il titolo Generali vive una giornata effervescente in Borsa portando a casa in chiusura di giornata un rialzo del 2,26% a 29,41 euro. Merito, soprattutto, dei risultati semestrali diffusi ieri, ampiamente al di sopra delle aspettative degli analisti, e della ripresa del piano di riacquisto di azioni proprie. Accolta positivamente anche la cessione della compagnia Nuova Tirrena: valutata 1,01 miliardi al momento dell’acquisizione della Toro (da cui era controllata) è stata ceduta ai francesi di Groupama, a suo tempo rivali per l’acquisto della stessa Toro, per 1,25. Una plusvalenza di 240 milioni, realizzata più o meno in un anno e annunciata con malcelata soddisfazione dai manager triestini, accusati a suo tempo di aver pagato caro il gruppo torinese. E confortati per di più dal fatto di non rafforzare con la cessione un concorrente temibile visto che con Nuova Tirrena (opera soprattutto nell’area campana) Groupama resta a una quota di mercato intorno al 3%.
Nuova Tirrena era la compagnia di cui l’Antitrust aveva chiesto la cessione per ridimensionare la quota del gruppo triestino nel settore danni, anche in considerazione dei rapporti del Leone con il gruppo Fonsai. La decisione dell’Autorità era stata poi annullata dal Tar. Ora l’Antitrust sta valutando il ricorso e la cessione potrebbe non risolvere il problema: secondo l’Autorità il Leone avrebbe dovuto cedere la compagnia a gruppi non collegati, mentre i francesi fanno parte del patto di sindacato di Mediobanca, che l’Antritrust considera controllante della compagnia triestina.
Quanto ai risultati, nei sei mesi Trieste ha registrato un aumento dell’utile netto del 26,7% a 1.777 milioni di euro. Molto meglio delle previsioni degli analisti che si aspettavano profitti per 1.570 milioni. A migliorare è stata la redditività sia nel ramo vita sia nel ramo e danni, mentre Toro ha contribuito con 106 milioni. Di rilievo il risultato operativo: 2.880 milioni con un aumento del 28,3% rispetto al primo semestre 2006 (+21,1% senza considerare Toro). L’aumento della raccolta complessiva lorda è stata del 5,1% (+1,1% a termini omogenei), mentre il valore della nuova produzione si è attestato a 535 milioni con un aumento del 22%.
I risultati si sono tradotti in un miglioramento significativo (dall’ 11% circa al 14,4%) del cosiddetto Roev, uno dei parametri più usati nel settore assicurativo, che misura il ritorno sul capitale (compreso il valore intrinseco delle polizze in portafoglio). L’indice migliorerà ancora prima della fine dell’anno, periodo in cui dovrebbe raggiungere una quota intorno al 15%. A dare la prima spinta sarà la ripresa del buy back, sospeso a suo tempo per l’acquisto di Toro e che, nella misura di 1,5 miliardi, dovrebbe essere completato entro ottobre. Nonostante l’operazione il Leone triestino potrà vantare oltre 3 miliardi di capitale in eccesso (incasso di Nuova Tirrenia compreso) e l’ad della compagnia Giovanni Perissinotto ha parlato di possibile utilizzo per i progetti di espansione internazionale: «Guardiamo attentamente a eventuali opportunità di acquisizioni».
Sempre Perissinotto ha spiegato agli analisti, riuniti in una conference call, che a fine settembre il consiglio di amministrazione si riunirà per aggiornare il piano industriale e rivedere gli obiettivi indicati nel passato. Le attese sono per un miglioramento dei target intorno al 10%.

«Ci sarà una forte crescita, a due cifre, della nuova produzione, superiore nell’ordine del 50% rispetto alle cifre fornite lo scorso anno», ha proseguito Perissinotto, il quale ha anche detto di attendersi un impatto positivo «rilevante» della riforma del Tfr sulle polizze pensionistiche, e i cui primi effetti si sentiranno tra l’estate (lavoratori dipendenti) e ottobre (autonomi). Del tutto tranquilla, infine, la situazione sul fronte dei cosiddetti mutui subprime: l’esposizione totale del gruppo è irrilevante e limitata a 3,2 milioni di euro.

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