«In questi giorni la politica, a Siena, sta tentando di nuovo di mettere le mani sulla Fondazione Mps», ha tuonato ieri il gran capo delle Fondazioni Giuseppe Guzzetti. Segno che i fantasmi del passato tornano a tormentare il Montepaschi, oggi controllato dal Tesoro e non più dall'Ente di Palazzo Sansedoni, che un tempo non troppo lontano possedeva il 60% dell'istituto e che oggi è rimasto con in mano soltanto lo 0,1 per cento. Eppure, anche se il «bancomat» della città non può più attingere copiosamente alle casse di Rocca Salimbeni, l'ente è ancora visto come un bacino di consensi elettorali.
Guzzetti invita anche a leggere il parere del ministero dell'Economia, organo di Vigilanza sugli enti, che ha ribadito l'indipendenza dei quattro membri della Deputazione generale (il governo) della Fondazione Mps, indicati dal Comune di Siena. «Il parere ha dato quattro ceffoni al sindaco», ha aggiunto Guzzetti. Che denuncia il tentativo di «destituzione» del presidente dell'ente senese, Marcello Clarich, in anticipo sulla scadenza naturale fissata per la prossima primavera. Ovvero circa un mese prima delle elezioni comunali. L'obiettivo sarebbe dunque quello di sistemare una poltrona «amica» prima del voto che potrebbe riservare brutte sorprese al Pd perché in corsa c'è anche un candidato indipendente (l'avvocato Luigi De Mossi) che ha rappresentato alcune delle parti civili nel processo Antonveneta e che propone di rinviare le nomine dopo il voto amministrativo per togliere la fondazione «dagli assalti delle scorribande elettorali».
Le preoccupazioni di Guzzetti non sono peregrine. Il sindaco renziano di Siena, Bruno Valentini (lo stesso che nel 2013 aveva mandato un sms a Renzi: «Allora procedo così su Mps?»), vuole sostituire Clarich con Vincenzo Del Regno che nel 2012 era nel comitato elettorale di Renzi a Siena e dal 2015 ed è stato segretario generale della Città Metropolitana di Firenze. Anche un altro esponente Pd di primo piano sulla scena locale vorrebbe spodestare l'attuale vertice della Fondazione prima della scadenza del mandato. Si tratta dell'ex sindaco di Chiusi e oggi consigliere regionale (in quota renziana), Stefano Scaramelli, che di recente in un'intervista a una radio della città aveva raccontato di una riunione di partito avvenuta nel 2011 in cui si era deciso che la Fondazione avrebbe coperto l'aumento di capitale per l'acquisto di Antonveneta.
Ma quello senese «è un fenomeno a sè», ed è stato «l'unico caso in cui una Fondazione ha introdotto la politica in banca» mentre negli altri casi, come la crisi delle Venete, le Fondazioni non erano neanche azioniste», ha sottolineato sempre ieri Guzzetti.
Che ieri ha fatto anche capire di essersi schierato con il tandem Mattarella-Gentiloni nella battaglia sul rinnovo di Ignazione Visco al timone di Bankitalia: «È una conferma che dà tranquillità e stabilità al sistema ed evita conflitti istituzionali delicati», ha detto il presidente dell'Acri precisando che andrà comunque
fatta una valutazione di quello che è accaduto in questi anni in Italia. Oggi il governatore sarà in prima fila alla Giornata Mondiale del Risparmio accanto allo stesso Guzzetti e al ministro del Tesoro, Pier Carlo Padoan.
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