Il gioco dei poteri estivi tra Telecom, Eataly e Cdp

Mentre Tronchetti e Mucchetti fanno pace, Bolloré va a Roma da Valori Guerra boccia Morelli e si prepara a fare il socio (al 10%) di Farinetti

Il gioco dei poteri estivi tra Telecom, Eataly e Cdp

Ha destato un mucchio di congetture una cena del nuovo azionista di riferimento di Telecom. Stiamo ovviamente parlando di Vincent Bollorè. Conosce bene l'Italia, assaggia da anni i salotti milanesi, dove si è accomodato in quello più gustoso e cioè Mediobanca. La settimana scorsa di transito a Roma e senza grande pubblicità ha passato la serata con una vecchia conoscenza dell'economia romana. E cioè Giancarlo Elia Valori. Classe 1940, con rapporti internazionali trasversali, già presidente di molte società, comprese Autostrade, e rapporti politici che affondano le loro radici nella Prima Repubblica. Qualcuno, bene informato, ha subito pensato che Valori si autocandidasse a fare da Cicerone al nuovo azionista di riferimento della Telecom nei meandri della politica romana. Fuori strada. Come i tanti che a Roma sussurrano di repentini avvicendamenti ai vertici di Telecom.

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Beh faceva un po' impressione quella sala piena come un uovo, a due passi da Mediobanca, in cui è stato presentato il libro di Carlo Bellavite sulla storia della Pirelli e sui tre secoli che abbraccia. In fondo poi quello che interessava tutti erano i pochi anni in cui Pirelli ha controllato Telecom. Marco Tronchetti Provera in mezzo, Paolo Mieli e Ferruccio de Bortoli ai lati. I due favolosi direttori ci hanno spiegato quello che avevamo intuito modestamente anche noi in tempi non sospetti: e cioè che a certi finanzieri di sinistra con gruppi editoriali alle spalle viene perdonato tutto e ad altri meno. Fuori tempo massimo, ma grazie.

Ma in finanza non ci sono tempi massimi, si gioca sempre. Tronchetti ha avuto tutti contro nella sua battaglia Telecom (tranne rare eccezioni) e quando la battaglia è finita è normale ritrovarsi, come si usa, tutti insieme. E così c'è poco da stupirsi che il ceo della Pirelli abbia recentemente fatto «pace» con Massimo Mucchetti, il giornalista spiato e durissimo proprio riguardo la gestione Telecom di Tronchetti, guarda caso sul Corrierone di de Bortoli. Il tempo passa ed è giusto chiudere le ferite. L'incontro tra Tronchetti e Mucchetti, complice Fabrizio Palenzona in veste di paciere, è avvenuto cosi. Da una cabina telefonica, niente cellulari, Tronchetti inserisce un gettone e chiama Mucchetti. Questo chiude il bar e caccia gli ultimi clienti. I due si incontrano dopo anni, vite cambiate e parlano di quello che stanno facendo. L'ultima volta che si erano visti Muk era stato pestato a sangue per colpa di Tronk. Tronchetti viene ospitato in una vecchia stanza di quel bar ora gestito da Mucca pazza (come lo chiamavano gli spioni di ieri). E nel congedarsi e chiudere la porta della vecchia stanza, Muk non resiste e chiede a Tronk, ma cosa hai fatto negli ultimi trent'anni? Mtp non ci pensa su un secondo e risponde: sono andato a letto presto. C'era una volta la Telecom.

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Fantasiosa la ricostruzione dell'incontro di pace tra M&M (ma non il fatto in sé), per niente fantasiosa invece la scena in cui Claudio Costamagna (nuovo presidente con deleghe della Cdp) e Matteo Renzi si piacciono. Avviene in una pizzeria di Sidney in Australia. Andrea Guerra all'epoca ascoltato consulente di Renzi a Palazzo chigi, combina l'incontro. Costamagna come presidente della Salini (una della poche e redditizie imprese private che sono rimaste nonostante tutto in questo Paese) viene dunque invitato alla missione italiana in Australia. È lì che il premier, lontano da occhi indiscreti, invita ad in un pranzo tête à tête lo sgamato ex banchiere della Goldman Sachs. I due si piacciono subito. Ma non basta. Il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan, vorrebbe tanto che con Costamagna arrivasse in Cdp un altro banchiere, giovane e dinamico, oggi in Merril Linch, Marco Morelli. Niente da fare, il patto della pizza non era questo. Costamagna non vuole candidati a lui non graditi. Inutile dire che il braccio di ferro viene vinto da Palazzo chigi-Costamagna. Un banchiere che, c'e da scommettere, sta già sostituendo nel cuore di Renzi Guerra, che pure provocò la scintilla d'amore. L'ex manager della Luxottica d'altronde è sempre meno presente a Palazzo Chigi e a settembre rulleranno i tamburi per il suo ingresso nel capitale di Eataly di Farinetti, con una quota che dovrebbe superare il 10 per cento. Vedremo.

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Chi è quell'imprenditore del lusso, berlusconiano ad alterne fasi, renziano qualche volta sì, qualche volta no, che prima della nomina di Luciano Fontana a direttore del Corriere della Sera ha incontrato tre papabili al soglio assicurando a tutti e tre

che erano in pole position per l'ambita nomina? Vi aiutiamo: è diverso da colui che ha garantito al nuovo vicedirettore ad personam Federico Fubini di scalzare presto l'attuale vicedirettore effettivo. Questioni di cuore.

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