Il governo approva la "manovrina"

Saccomanni: "Per osservare le regole Ue servono 1,6 miliardi: 500 milioni vendendo edifici del Demanio e 1,1 miliardi risparmiando sui ministeri". Rinviate a un prossimo decreto le decisioni sulla Cig e sul cuneo fiscale

Il governo approva la "manovrina"

Stangata sventata. Dopo le ipotesi di un aumento Ires e Irap e dopo il giallo sui rincari sulle accise, dal governo arrivano buone notizie. Il Cdm ha approvato la "manovrina" per il rientro del deficit, il diritto d’asilo e il golden power. Lo ha affermato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Filippo Patroni Griffi al termine della riunione. Il rientro del deficit 2013 sotto la soglia del 3% costa 1,6 mld e "la copertura di questo importo è con due modalità: la vendita di immobili di proprietà del Demanio per 500 milioni e la riduzione delle spese dei ministeri e dei trasferimenti degli enti locali per 1,1 miliardi", ha dichiarato il ministro dell’Economia Fabrizio Saccomanni nella conferenza stampa a Palazzo Chigi. "I tagli alla spesa sono tagli sulle spese rimodulabili e ancora oggetto di discrezionalità dei singoli ministeri con l’esclusione di ministeri come la ricerca, l’istruzione e la sanità, in forma più o meno lineare", ha spiegato Saccomanni. Sono 190 i milioni previsti nella manovra varata dal Consiglio dei ministri per la questione immigrazione, più 20 per i minori non accompagnati. Il Consiglio dei Ministri ha approvato inoltre il decreto legislativo che recepisce le direttive europee sul diritto d’asilo. "Queste misure penso che potranno avere un significato positivo nelle aspettative dei mercati finanziari, naturalmente c’è qualche rimpianto, senza la crisi politica lo spread si sarebbe avvicinato ai livelli più bassi già in questa fase di chiusura nel 2013", ha spiegato Saccomanni.

Nella "manovrina" non ci sono i fondi per la Cig, ha spiegato il ministro dell’Economia, aggiungendo che in occasione della legge di Stabilità ci sarà un "decreto parallelo dove possono essere affrontate altre questioni che potevano essere messe all’ordine del giorno di oggi".

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