Doveva essere la giornata della riflessione, con le luci della ribalta che per qualche ora si spengono sulla Grecia per accendersi su Ucraina e Russia, con quel cessate il fuoco che ieri ha infiammato i mercati, spinto al rialzo gli indici di Borsa (+2,13% Milano) e mantenuto stabili gli spread (a quota 133 quello tra Btp e Bund). Ma in serata, Atene si è di nuovo presa la scena.
A poche ore di distanza dal duro confronto al Lex Building di Bruxelles, culminato con la mancata firma da parte greca del comunicato finale in cui si faceva esplicita menzione all'accettazione da parte di Atene dell'estensione dell'attuale programma di aiuti in scadenza a fine mese, il filo dei negoziati è stato subito riannodato. È bastato un incontro bilaterale tra il leader ellenico, Alexis Tsipras, e il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, per trovare subito un'intesa sulla ripresa, già da oggi, dei colloqui ai quali parteciperanno i rappresentanti «delle istituzioni coinvolte nel piano di assistenza alla Grecia», ha indicato una portavoce di Mister Euro. Si tratta di Commissione Ue, Bce e Fondo monetario internazionale oltre agli alti funzionari dell'Eurogruppo. Non si parla più di Troika, ma di rappresentanti delle istituzioni che ne fanno parte. Dal 28 febbraio il termine Troika sarà bandito. Almeno questa è una prima «vittoria» di Tsipras, che ha preteso e ottenuto che l'odiata parola, simbolo dell'austerity, fosse sostituita con il termine generico di «istituzioni».
La volontà di tornare subito nella mischia va vista come un fatto positivo: conferma, infatti, l'intenzione di gettare le basi per trovare una soluzione condivisa sul nodo sul debito greco in occasione dell'Eurogruppo di lunedì prossimo. Già nel pomeriggio di ieri, dopo il primo incontro avuto con il premier ellenico, la cancelliera Angela Merkel appariva fiduciosa: «L'Ue cerca sempre il compromesso, questo è il suo successo. La Germania è pronta ma va detto che la credibilità dell'Ue dipende dal rispetto delle regole e dall'essere affidabili».
Nella nuova nota di linguaggio concordata da Tsipras e Dijsselbloem non compaiono i termini «estensione» e «conclusione» del programma attuale di assistenza e riforma economica, ovvero gli scogli su cui l'altroieri sera è naufragata l'intesa. Nella dichiarazione si faceva riferimento al programma attuale da estendere per qualche mese, con la precisazione che sarebbe stato emendato e poi «concluso». E sembrava tutto fatto. Ma dopo un colloquio con Atene, il ministro greco delle Finanze, Yanis Varoufakis, ha tolto l'assenso alla dichiarazione comune.
E la linea di Tsipras non pare cambiata di un millimetro: accedere a nuovi finanziamenti senza farsi «agganciare» dalle condizioni del vecchio Memorandum.Insomma: sono ancora parecchi i tasselli da sistemare. I mercati confidano in una rapida ricomposizione del puzzle, ma per ora la tregua tra Russia e Ucraina può bastare.
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