Sono sempre le banche la zavorra che continua a trascinare verso il fondo la Borsa di Atene, ancora in calo ieri del 2,5%. È il terzo calo consecutivo da quando, all'inizio della settimana, il mercato azionario è stato riaperto dopo cinque settimane di stop forzato. Le vendite sono un segno di sfiducia che stride con l'ottimismo del governo ellenico sulla possibilità di chiudere entro breve l'intesa sul terzo salvataggio da 83 miliardi di euro. «Siamo alla fase finale del negoziato», ha annunciato il premier Alexis Tsipras. L'esecutivo punta su un accordo pieno, non intendendo prolungare i colloqui così come proposto dei creditori, disposti a offrire un prestito ponte per consentire al Paese di rimborsare 3,2 miliardi alla Bce il 20 agosto. «Non è un'opzione sul tavolo», la precisazione di Syriza. Se non proprio sull'esito delle trattative, il pessimismo degli investitori è legato a due fattori. Il primo: Tsipras non sembra avere i numeri per governare senza cadere in imboscate. La portavoce del governo, Olga Gerovasili, ha infatti ammesso di ritenere «probabili» le elezioni anticipate in autunno. E se ci sono due cose indigeste ai mercati, quelle sono l'incertezza e l'instabilità. Soprattutto in presenza dei grossi punti interrogativi che riguardano la ricapitalizzazione da 25 miliardi degli istituti greci, crollati ieri in Borsa di un altro 30% (-60% in sole tre sedute). «Abbiamo discusso la questione della ricapitalizzazione delle banche - ha spiegato il ministro delle Finanze greco, Euclid Tsakaloto - . I creditori vogliono, come anche noi, che il processo sia completato a breve, entro fine anno. Sono anche d'accordo - ha aggiunto - sul fatto che non debba esserci alcun haircut sui depositi». La soluzione, non essendo facilmente praticabile il trasferimento agli istituti dei proventi derivanti dalle (eventuali) privatizzazioni, potrebbe essere quella prospettata dalla Bce, che oltre ad aver deciso di mantenere invariati i fondi di emergenza Ela (90,5 miliardi), sta monitorando i conti delle banche greche. I buchi potrebbero infatti essere coperti usando parte dei soldi del nuovo bail out. Il dossier Grecia resta complicato, ma non meno complesso è decifrare quando la Federal Reserve alzerà i tassi. Il dato diffuso ieri sulla creazione di nuovi posti di lavoro, appena 185.000 contro i 215.000 attesi dagli analisti, sembra indicare che l'occupazione non ha ancora le spalle sufficientemente robuste per sopportare un giro di vite già in settembre.
Martedì scorso Dennis Lockhart (Fed Atlanta) si è unito a James Bullard (Fed St. Louis) sostenendo che l'economia Usa è pronta per una stretta a breve, ma ieri Jerome Powell ha specificato che «nulla è stato ancora deciso». Insomma: occorre ancora aspettare.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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