I piani Usa per una Indesit «hi tech»

Whirlpool, che controlla già Ignis, grazie a Fabriano diventa la prima azienda europea del settore

Sarà una donna Esther Berrozpe, 45 anni presidente di Whirlpool per l'area Emea (oltre all'Europa, Africa e Medio oriente), a guidare l'integrazione tra Whirlpool e Indesit. Dopo la chiusura dell'Opa di venerdi, Whirlpool ha in mano il 97,42% del capitale dell'azienda di Fabriano venduta dalla famiglia Merloni, dopo anni di battaglie interne, e costata al gigante Usa degli elettrodomestici circa 1,1 miliardi di euro, di cui 758 pagati alla famiglia per il 60,4%, e il resto agli azionisti di minoranza.

Chiusa la partita finanziaria, comincia quella industriale che potrebbe impattare in maniera decisiva sul già disastrato tessuto produttivo italiano. Whirlpool è un'azienda saldamente radicata nel nostro Paese. Dopo l'acquisto dello storico marchio Ignis ha posto la sede del suo quartier generale europeo proprio a Comerio, alle porte di Varese, dove gli uffici della dirigenza sono raggiungibili dalla stessa scala che saliva il fondatore della Ignis, Giovanni Borghi, amato dai suoi operai. Ma i tempi sono cambiati. «Le multinazionali non guardano in faccia a nessuno - spiega Mauro Faticanti responsabile Fiom Cgil per gli elettrodomestici - e Whirlpool ha chiuso uno stabilimento a Trento e spostato la produzione della Svezia a Cassinetta (vicino a Comerio ndr ). Ora attendiamo il nuovo piano industriale». I sindacati attendono però soprattutto che Whirlpool si faccia garante di quanto sottoscritto lo scorso anno con Indesit per lo stabilimento di Fabriano: 82 milioni di investimento e il mantenimento, dopo un lungo braccio di ferro, di 1.400 posti di lavoro fino al 2018. «I lavoratori hanno firmato - spiega ancora Faticanti- anche se noi della Fiom eravamo contrari: sapevamo che la famiglia voleva vendere. In cambio però c'erano 5 anni di tregua dai licenziamenti. Ora chiediamo al governo che quell'accordo venga rispettato da Whirlpool visto che la vendita è stata benedetta dal presidente del consiglio Renzi che l'ha definita fantastica».

L'incontro tra governo e sindacati dovrebbe avvenire entro il 15 dicembre. Il timore è una razionalizzazione delle funzioni: amministrative, centri ricerca e anche della produzione. Whirlpool in Italia infatti è ora un colosso industriale con circa 8 mila addetti e 8 stabilimenti. Al momento esistono due centri di ricerca e progettazione: Cassinetta e Fabriano. Cassinetta, ossia Varese, è anche l'hub dell'incasso. E potrà produrre assieme allo stabilimento già di Whirpool a Napoli, dove saranno investiti presto 23 millioni, ciò che doveva produrre Indesit in altri suoi stabilimenti. Mentre nello stabilimento varesimo, entro il 2016, saranno investiti 280 milioni. L'azienda punta dunque a incrementare la produzione di elettrodomestici da incasso. Ossia piani di cottura a induzione, forni a vapore con funzioni di pulizia (pirolitici e hydroclean), cappe «d'arredo» e forni a microonde. Insomma prodotti ad alto contenuto di design, qualità, prestazioni e innovazione, tutti pensati, sviluppati e prodotti nel centro ricerca-stabilimento di Cassinetta e dedicati a una clientela ad alto reddito. Una politica dà buoni frutti.

Whirlpool Emea ha chiuso il primo semestre 2014 con una crescita del segmento «incasso» dell'8%. L'Italia potrebbe diventare il «polo» per la progettazione e realizzazione di questi elettrodomestici di lusso che consentono margini più ampi di guadagno, dove Indesit è presente con i marchi Scholtes e Hotpoint.

Ma già ora, grazie all'azienda italiana, Whirlpool, fatturato 18 miliardi di dollari, diventa la prima impresa del settore in Europa (Russia e Turchia comprese), con una quota del 18-19% e la prima al mondo con il 12,80% del mercato.

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