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Intesa, nuovo board in anticipo per essere pronti al dopo-Monti

Un'Intesa pronta a tutto, anche alle possibili intemperie del dopo-Monti. Il presidente del cds di Ca' de Sass, Giovanni Bazoli (nella foto), ha spiegato così in una lettera al Corriere della Sera l'ipotesi (sempre più concreta) di un anticipo all'inizio dell'anno prossimo dell'assemblea per il rinnovo del consiglio di sorveglianza, che a sua volta nominerà il nuovo cdg sempre con Enrico Tomaso Cucchiani saldo al timone.
Chiudere la partita prima del tradizionale appuntamento di aprile è sintomatico non certo di un «timore che le nomine seguano logiche politiche», bensì la ragione è tutt'altra. Lo scopo, infatti, è consentire all'istituto di affrontare «con gli organi rinnovati e nelle pienezze dei loro poteri le incertezze del quadro istituzionale italiano a cui osservatori e analisti associano il possibile rischio di una nuova ondata speculativa contro l'Italia» nel periodo pre e post elettorale.
Più che di una spiegazione, tuttavia, si tratta di una precisazione. Giovedì scorso, infatti, aveva rimarcato «cosa significhi aprile dal punto di vista politico» sottolineando che «un intasamento di date non sarebbe la cosa migliore». Parole che sono state interpretate come una netta difesa dell'indipendenza dell'istituto da eventuali ingerenze. Di qui la lettera al quotidiano milanese (nella quale si ribadisce l'estraneità a qualsiasi «influenza o interferenza del potere politico») che giunge in un momento rilevante per l'istituto. Oggi a Torino, infatti, si svolgerà l'assemblea che modificherà lo statuto aprendo non solo alle quote rosa ma di fatto assegnando la maggioranza del consiglio di gestione ai manager, cioè alla squadra che Enrico Tomaso Cucchiani in questo primo anno a Ca' de Sass ha ridisegnato mantenendo tuttavia punti fermi come Gaetano Micciché, direttore generale e capo di Banca Imi, Carlo Messina, dg e direttore finanziario. Ovvio che l'assemblea segni anche l'avvio della corsa alla presidenza dello stesso cdg.

Andrea Beltratti potrebbe lasciare il posto a Gian Maria Gros-Pietro che ha il pieno appoggio della Compagnia di San Paolo, del sindaco di Torino Fassino e oltretutto vanta ottimi rapporti con il côté milanese: da Cucchiani a Bazoli fino al presidente della Fondazione Cariplo Giuseppe Guzzetti.

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