"Cinque istituti bancari italiani, Intesa, BPM, MPS, Unicredit e Banca Aletti, e due intermediari, Intermarket Diamond Business (Idb) e Diamond Private Investment (Dpi), sono sotto inchiesta per autoriciclaggio e manipolazione del mercato in seguito all’emersione dello scandalo sui cosiddetti “diamanti da investimento”. Per l'ipotesi di autoriciclaggio, la Guardia di Finanza ha avviato un sequestro di beni per un valore di 179 milioni per IDB e di 88 milioni per DPI. Ricordiamo anche che a gennaio 2019 il Tribunale di Milano ha avviato il fallimento di IDB la società che vendeva diamanti negli sportelli di Unicredit e Banco BPM. La truffa si basava, essenzialmente, sulla mistificazione del reale ruolo del diamante come asset sicuro, vero e proprio “bene rifugio” in tempi di magra. Tuttavia, i clienti si trovavano molto spesso a pagare allo sportello, comprendendo anche le notevoli spese per commissioni e intermediazioni, un valore pari al doppio di quello con cui i diamanti sono bancati sul mercato, andando incontro a una perdita in caso di necessità che spingano a dover liquidare l’asset.
Moneyfarm ha dedicato una sezione apposita del suo sito a consigli per l’investimento in diamanti sottolineando che “le quotazioni dei diamanti da investimento possono variare molto, a seconda della qualità della pietra. Chi valutasse un investimento in diamanti, però, dovrebbe stare bene attento perché le tipologie di pietra sono talmente numerose che può diventare complesso orientarsi se non ci si affida a una guida esperta e affidabile. La quotazione di un diamante può arrivare a decine di migliaia di euro. Anche un piccolo errore di valutazione può fare un’enorme differenza”. In questo contesto, come per ogni altro bene rifugio, l’investimento in diamanti è pensato come complementare, non certamente come primario o esclusivo: “I diamanti possono essere un buon bene rifugio in periodi di turbolenza, ma è sconsigliabile impegnare più del 5-10% del proprio capitale, a meno che non si riesca a ottenere un accesso privilegiato all’acquisto”.
La presunta truffa è l’ennesima vicenda di risparmio tradito che ha riguardato i risparmiatori italiani, in molti casi indotti in investimenti sbagliati dagli istituti di credito di fiducia. Questo caso, come altri, è frutto dell’asimmetria informativa e dal conflitto di interesse che fa divergere gli interessi del consulente bancario rispetto a quelli dell’investitore. Si tratta della stessa dinamica che, anche senza sfociare in dei profili di illegalità come in questo caso, viene ricalcata nella normalità delle pratiche di consulenza in cui l’intermediario viene remunerato non dall’investitore ma dalla casa che produce lo strumento finanziario collocato. Seppur ciò non risulti per forza in una situazione pregiudizievole per l’investitore, è intorno a questa dinamica di conflitto di interesse che hanno trovato terreno fertile tutti i principali casi di risparmio tradito a cui abbiamo assistito negli ultimi anni. Il 23 maggio con una sentenza del giudice Massimo Vaccari, il Tribunale di Verona ha condannato Banco Bpm a risarcire il danno causato ad un investitore dalla compravendita di diamanti di Intermaket Diamond Business, che avrebbe manipolato il mercato arrivando ad acquistare inserzioni pubblicitarie su giornali specializzati per reclamare le quotazioni millantate.
Quindi per i beni rifugio, come d’altronde sempre in materia di investimenti, è consigliabile puntare sulla consulenza di tipo d’investimento indipendente ovvero che sia remunerata esclusivamente dall’investitore stesso con l’obiettivo di proporre scelte d’investimento personalizzate ed efficaci senza l’intervento di terze parti. Per un investimento sicuro e trasparente rivolgiti a Moneyfarm, la piattaforma di risparmio gestito indipendente numero uno in Italia."- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.