Ispezione Bce al Montepaschi: in arrivo il piano in due mosse

Nuovo tonfon in Borsa: la capitalizzazione ripiomba al minimo di 777 milioni di euro. Ma l'ad Viola assicura: "In vista di una soluzione strutturale sui crediti". Entro domani Mps dovrà rispondere alla Bce

Ispezione Bce al Montepaschi: in arrivo il piano in due mosse

La risposta sul piano tecnico, quella che attendeva la Bce che ha chiesto la cessione di quasi 10 miliardi di non performing loans (prestiti non performanti), è arrivata dal cda del Monte dei Paschi di Siena. Non è ancora pubblica, in attesa dello scambio definitivo di documenti ma, come spiega l'aaministratore delegato Fabrizio Viola, è stata "condivisa e approvata".

Il titolo di Mps ha messo a segno oggi un altro tonfo storico. Perdendo il 5,79% e arrivando a 0,265 euro per azione, torna così sui livelli di martedì scorso con la capitalizzazione che indica la banca valere appena 777 milioni, nonostante gli 8 miliardi messi dai soci negli ultimi anni. A quesdto punto, però, lo schema per intervenire a sostegno della banca di Rocca Salimbeni, sul piano "politico", è ormai definito. Secondo quanto riferiscono all'Adnkronos fonti vicine al dossier, si è deciso di procedere per fasi successive: prima le sofferenze, con l'intervento del fondo Atlante, ricapitalizzato con nuove risorse grazie a un nuovo intervento della Cassa depositi e prestiti e dei privati. In un secondo momento, arriverà un nuovo aumento di capitale con garanzia pubblica sull'inoptato.

"Stiamo lavorando intensamente con le Autorità per individuare in tempi brevi una soluzione strutturale e definitiva degli non performing loans - assicura Viola - tutto ciò in un contesto nel quale, anche nel secondo trimestre, l'andamento della gestione caratteristica e l'evoluzione patrimoniale e finanziaria della banca risultano positivi, confermando le tendenze registrate nel primo trimestre". Il secondo passaggio, quello della probabile ricapitalizzazione, è ancora oggetto di trattativa con Bruxelles, perché è necessario individuare una soluzione che non possa essere assimilata a un aiuto di Stato. Ma, puntualizzano le stesse fonti, "sembra ormai un'opzione inevitabile". Mps, si fa notare, "non può reggere, anche in vista degli stress test di fine mese senza il capitale necessario a coprire le cessioni delle sofferenze, che porteranno necessariamente delle svalutazioni consistenti, e senza aumentare le coperture".

I tecnici sono al lavoro, ma al Tesoro e anche in Bankitalia si confida che una soluzione possa essere trovata nei prossimi giorni, nonostante le dichiarazioni pubbliche di queste ore, con il presidente dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, a chiarire che non si torna indietro rispetto alle regole del bail in. La mossa immediata, quella sulle sofferenze, andrà in porto con il contributo di Atlante, nella sua nuova veste. Il fondo gestito da Quaestio sarà di fatto sdoppiato, con un ramo che si occuperà esclusivamente di acquistare i non performing loans. Decisivo, anche in questa nuova operazione, il contributo della Cassa depositi e prestiti. La Cdp sarebbe pronta a una iniezione di risorse fresche per altri 500 milioni, ovvero il 10% dei 5 miliardi necessari. Il resto sarebbe assicurato dagli altri soci privati che già sono in Atlante e da nuovi ingressi.

Certo, fanno notare le fonti interpellate, "da più parti è stata avanzata al richiesta di un maggiore coinvolgimento degli azionisti-finanziatori nella gestione del fondo". Un tema, questo, che diversi interlocutori avrebbero sollevato nei contatti di queste ore con il Tesoro e la Cassa depositi e prestiti.

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