Economia

Istat, aumenta la pressione fiscale: cosa cambia per le famiglie

Maggior potere d'acquisto per le famiglie italiane nell'ultimo trimestre dello scorso anno: è la fotografia dell'Istat. Il Codacons, però, sottolinea che il periodo positivo è già passato

Istat, aumenta la pressione fiscale: cosa cambia per le famiglie

Nel quarto trimestre 2021 la pressione fiscale è stata pari al 51,8%, in crescita di 0,7 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente. Lo ha comunicato l'Istat segnalando che sull'intero 2021, la pressione si attesta al 43,5% del Pil, anche in questo caso con un aumento di 0,7 punti percentuali rispetto al 42,8% del 2020.

Maggior potere d'acquisto

Le buone notizie non sono finite: sempre nel quarto trimestre 2021 (da ottobre a dicembre), il reddito disponibile delle famiglie è aumentato dell'1,3% rispetto al trimestre precedente, mentre i consumi sono cresciuti dell'1,2%. Di conseguenza, la propensione al risparmio delle famiglie consumatrici è stata pari all'11,3%, in lieve aumento rispetto al trimestre precedente (+0,2 punti percentuali). Inoltre, a fronte dell'aumento del deflatore implicito dei consumi (+1,2%), l'Istituto osserva una sostanziale stabilità del potere d'acquisto delle famiglie, cresciuto rispetto al trimestre precedente dello 0,1%. "Il reddito disponibile delle famiglie - commenta l'Istat all'Agi - è cresciuto sensibilmente in termini congiunturali, mentre la propensione al risparmio ha registrato un lieve incremento. Sostanzialmente stazionario è risultato il potere d'acquisto delle famiglie".

Cosa succede alle società

La quota di profitto delle società non finanziarie, pari al 41,6%, è invece diminuita dello 0,5% rispetto al trimestre precedente. Il tasso di investimento delle società non finanziarie, pari al 23,1%, è aumentato dello 0,7% rispetto al trimestre precedente. Nel complesso, lo scorso anno le Amministrazioni pubbliche hanno registrato un indebitamento netto pari al -7,2% del Pil ma in miglioramento rispetto al -9,6% del 2020. Le uscite totali delle Amministrazioni pubbliche sono aumentate del 3,1% rispetto al corrispondente periodo del 2020 mentre la loro incidenza sul Pil (pari al 59,8%) è diminuita in termini tendenziali dell'1,3%. "La quota di profitto delle società non finanziarie si è lievemente ridotta rispetto al trimestre precedente, mentre il loro tasso di investimento ha registrato una crescita rispetto al trimestre precedente", sottolinea l'Istat.

La risposta del Codacons

I dati positivi comunicato oggi sulla crescita dei consumi e sul reddito delle famiglie italiane alle fine dell'anno scorso sono stati definiti "obsoleti e già superati" nel 2022 secondo il Codacons. "I fortissimi aumenti delle bollette di luce e gas scattati a gennaio, il caro-benzina che prosegue da mesi e i rincari dei prezzi al dettaglio schizzati alle stelle nel corso del 2022 - afferma al Corriere il presidente Carlo Rienzi - intaccheranno fortemente il potere d’acquisto dei cittadini con effetti diretti sulla spesa".

Quindi, nonostante l'ottima notizia sui consumi e sulla crescita del reddito, bisognerà fare i conti con rincari di prezzi e tariffe, generalizzati e in tutti i settori, "che da un lato stanno oggi riducendo la capacità di acquisto delle famiglie, dall’altro - conclude - avranno effetti negativi sulla spesa rallentando nel 2022 la ripresa economica del paese".

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