Chi ha ragione: il presidente di Fca John Elkann quando dice che l'ad Pietro Scott Jovane ha risanato la Rcs? O l'editore e socio Urbano Cairo, che ritiene fallimentare la sua gestione in questo triennio?
Ieri sono arrivati i numeri del bilancio 2014, molto attesi perché sono gli ultimi prima del rinnovo del cda del gruppo. E dunque decisivi per la conferma o meno di Jovane. Ma anche per il consolidamento o meno di Fca come dominus dell'editrice del Corriere della Sera , anche al di là della quota del 16,7% che ne fa il primo azionista. Ebbene i conti 2014 appaiono tipici di un bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto. Per Jovane rappresentano un passo avanti perché ben migliori del 2013. Ma chi non crede in lui, può sottolineare come alcuni numeri siano peggiori del previsto e dei piani dello stesso Jovane.
I ricavi sono calati del 2,6%, ma solo per effetto delle cessioni; le perdite sono rimaste elevate, a 110,8 milioni, benché dimezzate sui 218 del 2013. Ma il focus è tutto sul margine operativo lordo, il cosiddetto ebitda, preso al netto di oneri e proventi straordinari: 70 milioni nel 2014, contro i 27 del 2013. Quindi molto migliori. Ma 20 milioni di meno rispetto ai 90 previsti dall'originale piano industriale del 2012 e 10 circa in meno rispetto alle attese di qualche analista. Che, per questo, mette ora in dubbio l'obiettivo ribadito da Jovane di arrivare a 150 milioni nel 2015. Per quanto riguarda i debiti, essi si sono fermati a 482 milioni contro i 473 dell'anno scorso, ma meglio degli analisti che se li aspettavano sopra quota 500. Comunque l'indebitamento resta elevato e in grado di mettere a rischio le garanzie bancarie e gli impegni che fanno scattare, già da settembre, l'aumento di capitale da 200 milioni che nessuno dei grandi soci ha voglia di fare. Per questo la cessione di Rcs libri, al di là degli accordi tra azionisti in vista del prossimo cda, sembra sempre più sicura: con queste cessioni il rapporto ebitda/debito e gli importi previsti per le cessioni rientreranno senz'altro nei parametri che fanno evitare sia il default, sia la ricapitalizzazione. E non è forse un caso che, sempre secondo gli analisti sentiti dal Giornale , la redditività dei libri del 2014 risulti proprio bassina: 4% contro il 12% dei media Italia o l'8% dei media Spagna. Come a dire che con la cessione dei libri il gruppo non farebbe che migliorare la propria marginalità.
Questo è senz'altro lo Jovane-pensiero.
Messo nero su bianco, dopo il cda di ieri là dove si è sottolineato che lo sviluppo dei «due core business», identificati nel «settore News» e nel «settore Sport» punta a «un diverso mix di ricavi» per arrivare a una «profittabilità in linea con quella dei migliori operatori internazionali del settore (oggi al 15%)». In altri termini, una spinta forte sui due mondi del «Corriere» e della «Gazzetta».Ora la parola passa ai grandi soci per il rush finale: le liste del cda vanno presentate entro il 29 marzo.
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