Nessun esubero, ma un forte piano di riduzione dei costi. Questo, in sintesi, il pensiero di Urbano Cairo, fresco acquirente della rete televisiva La7. Una tv che in realtà Cairo ben conosce, essendo dal 2002 la concessionaria pubblicitaria della ex rete di Telecom Italia. L'editore ribadisce che dal momento del «closing», ossia della chiusura ufficiale del contratto, si trasferirà a Roma e comincerà ad affrontare i problemi: manca ancora l'ok dell'Authority che arriverà tra un mese circa.Per prima cosa le perdite. «Negli anni - ha detto Cairo - La7 ha sempre perso intorno ai 100 milioni all'anno. È ovvio che anche se Telecom ci ha dato un aiuto (la società è stata ceduta con circa 100 milioni di euro di dote, ndr) dobbiamo rimettere i conti a posto per arrivare velocemente al pareggio. Spero di poter fare un piano entro giugno».
E qui Cairo cita la sua avventura precedente. Quando nel 1999 comprò Giorgio Mondadori editore, gli fu suggerito di tagliare circa la metà dei 140 dipendenti. «Non l'ho fatto, ma ho fatto altri interventi - ha spiegato -. Poi, abbiamo lanciato nuovi giornali e le persone sono state impiegate in questi prodotti e, alla fine oggi, sono 100 dipendenti in più di allora. E anche in quel caso la società perdeva soldi. Ora, invece, la Cairo Communication è in utile per circa 20 milioni di euro e ha triplicato il fatturato». Il patron del Torino ha però confermato che, dei 477 dipendenti di La7, circa 60, come già confermato dai sindacati, passeranno al gruppo Telecom. Quanto al futuro sui palinsesti, Cairo ha ribadito che è troppo presto per parlarne, evidenziando però i risultati eccellenti in termini di ascolti, anche se andranno rinforzate alcune fasce di ascolto come quella pomeridiana. Ma i nomi storici della rete (Mentana, Lerner, Santoro, Crozza, Formigli) non si toccano. «In prime time - ha aggiunto Cairo - la rete ha uno share del 5,4%, quasi alla pari con gli altri canali (Rete 4, Italia 1, Rai 3) fatta eccezione per Rai 1 e Canale 5».
Cairo ha rivelato che l'audience della rete è formato per lo più da donne (52%), laureati e ceto medio, il target di persone più ricercate dagli investitori pubblicitari.
Infine, sull'azionariato de La7, Cairo, oltre a sottolineare il lock-up di 24 mesi, ha detto di non credere nelle cordate. E, dunque, il patron de La7, almeno per il momento, chiude la porta a eventuali possibili soci come Della Valle e il fondo Clessidra.
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