L'accordo su Atene torna in bilico

Tsipras accusa l'Fmi: «Sabota le trattative». La Lagarde boccia il piano greco e propone una ricetta-choc sulle pensioni

Grosso guaio a Bruxelles. Ancora problemi. L'accordo tra la Grecia e i creditori si allontana. Per l'ennesima volta. Al termine di una giornata carica di tensione, resa elettrica dall'accusa di voler sabotare le trattative rivolta dal premier ellenico, Alexis Tsipras, al Fondo monetario internazionale, la riunione di ieri dei ministri finanziari si è sciolta dopo appena un'ora di colloqui. Niente di fatto, terza fumata nera nel giro di una settimana. Si riparte, salvo sorprese, oggi alle 13. Un brutto segnale che lascia pochi margini alla possibilità di trovare in tempi rapidi la quadratura del cerchio.

Fin dal primo pomeriggio, era parso evidente che l'appuntamento dell'Eurogruppo non sarebbe stato un semplice pro-forma teso a ratificare l'accordo. A certificarlo, l'irritazione espressa da Tsipras in un tweet per nulla cinguettante e più simile al classico stridio da gessetto sulla lavagna. Un messaggio al vetriolo messo in rete non appena letta la contro-proposta con cui i creditori, di fatto, hanno cestinato il piano greco da 8 miliardi di euro: «Non è mai successo prima, nè con l'Irlanda nè con il Portogallo. Questo atteggiamento può solo significare due cose: o non vogliono l'accordo, o sono al servizio di interessi specifici in Grecia». Parole dure in cui non viene mai menzionato il Fondo monetario. Ma per il leader di Syriza - e non ci sono dubbi - è l'Fmi che vuol fare saltare il banco dei negoziati. Atene sapeva di dover fare i conti con la rigidità di Washington, ma il documento di cinque pagine presentato ieri, con tanto di sottolineature in rosso a rimarcare le misure da rispedire al mittente, è stata un'autentica doccia gelata. Se il documento pubblicato dal sito greco Efsyn sulle pretese del Fmi è vero, è pacifico che Tsipras non può accettarle. Pena l'esplosione dell'ala radicale di Syriza, già contraria al piano presentato dal governo, e pena una palese abiura dello slogan anti-austerity con cui ha vinto le elezioni. Tra le ricette indicate dalla Lagarde figura infatti un giro di vite alle pensioni: via quelle sociali di solidarietà; aumento dei contributi sanitari dei pensionati dal 4% al 6%; congelamento dei minimi pensionistici garantiti fino al 2021; eliminazione totale del pensionamento anticipato entro il 2022. In compenso, gli assegni più bassi andrebbero alzati ed abbassati quelli più ricchi. E ancora: risparmi sul welfare per lo 0,25%-0,50% del Pil, nessuna agevolazione fiscale per gli abitanti delle isole a basso reddito, conferma della clausola zero-deficit e un aumento del gettito Iva pari all'1% del Pil, con richiesta specifica di un'aliquota al 23%. In un'intervista, la Lagarde ha ben precisato cosa non va nelle proposte elleniche: troppi impegni basati sulle tasse. «Vogliamo - ha spiegato - misure tangibili, non bastano le promesse». Il Fondo è anche contrario all'introduzione di una tassa del 12% sui profitti aziendali oltre i 500 milioni.

Oltre cinque ore di colloqui - «molto difficili», ha detto una fonte - al massimo livello fra la Grecia e le istituzioni creditrici non hanno sbloccato la situazione. Le distanze appaiono quindi di nuovo siderali. Il che rende ancor più incomprensibile l'atteggiamento dell'Europa, che non più tardi di tre giorni fa aveva magnificato lo spessore e la completezza della proposta greca, giudicata una «buona base» per chiudere - finalmente - la partita.

I mercati, per ora, mantengono la calma (Atene ha chiuso a -1,77%, Milano è scesa dello 0,53%, con lo spread Btp-Bund sotto i 130 punti), ma oggi la reazione potrebbe essere meno composta. Soprattutto se le pedine tornassero al punto di partenza, in un folle gioco dell'oca che assomiglia sempre più alla tela di Penelope.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica