Lactalis va ancora in bianco: l'Opa su Parmalat sotto il 90%

Rilancio troppo basso anche per Bankitalia

Sofia Fraschini

Il mercato dice ancora «no» all'offerta pubblica dei francesi di Lactalis. E Parmalat resta quotata a Piazza Affari. Dopo il primo flop, la riapertura dei termini per aderire all'offerta pubblica di acquisto è scaduta ieri senza che Lactalis riuscisse a raggiungere il 90%, la soglia necessaria per il delisting. Nei cinque giorni aggiuntivi sono state apportate 706.349 azioni pari allo 0,03% del capitale. Una parte troppo piccola di quei 5,4 milioni di azioni che ancora mancano all'appello dell'azionista d'Oltralpe.

Conti alla mano, il mercato non ha quindi cambiato idea nei confronti di una offerta considerata ancora troppo bassa nonostante il rilancio dagli iniziali 2,8 euro a 3 euro. E a fare la differenza, questa volta, oltre al solito nocciolo duro di azionisti che non avrebbero consegnato le azioni (Amber Capital e Gam con una quota complessiva del 5%), è stata Bankitalia con circa lo 0,5% del capitale e una serie di piccolissimi azionisti (poco sopra il 4%). Questi ultimi persuasi anche dal fatto che in Borsa il titolo valesse di più, anche perché sul mercato ha continuato a quotare sopra i 3 euro (ieri il titolo ha segnato un calo dello 0,2% a un prezzo di 3,052 euro).

A questo punto la situazione resta congelata con i francesi che non faranno rilanci convinti della congruità del prezzo pattuito in sede d'Opa. Lactalis potrà solo aspettare tempi migliori per arrivare al 90%. Una strada lunga e tortuosa che potrebbe essere aggirata mettendo in piedi una fusione tra Parmalat e un veicolo non quotato. Solo ipotesi, al momento con i francesi che chiariscono che «con una partecipazione in Parmalat salita a circa l'89,63%, il Gruppo Lactalis, in qualità di azionista di ampia maggioranza, continuerà - come già fatto in passato a partire dall'aprile 2011 quando ne acquisì il controllo - a valorizzare la società nell'ambito di una visione industriale di lungo periodo, facendo leva sui suoi prodotti, i suoi marchi e la sua rete commerciale a livello globale, mantenendo allo stesso tempo un forte radicamento industriale nel territorio italiano».

Quanto ai fondi, «il fallimento dell'Opa di Lactalis su Parmalat è una vittoria del mercato e la dimostrazione che il prezzo offerto era basso», ha commentato Arturo Albano, rappresentante del fondo Amber

aggiungendo che «parafrasando l'ormai nota pubblicità di Lactalis che ha invaso i giornali per due mesi (se non Opa quando), si può dire che la risposta del mercato è stata se e quando sarà riconosciuto il giusto prezzo».

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