Eni si prepara a dare la scossa ai dividendi nei prossimi quattro anni. Come nel caso Enel, anche il numero uno del Cane a sei zampe, Paolo Scaroni, alza gli obiettivi di remunerazione a poche settimane dalla scadenza del proprio mandato. Ricordando che, sotto la sua guida, il patrimonio netto del gruppo è passato da 39 a 61 miliardi. Nel corso di un'audizione alla commissione Industria del Senato, Scaroni parla dei piani futuri e ricorda tre assi principali: «accrescere le produzioni, riportare in utile i business in Europa e curare i dividendi».
Quanto alla situazione estera, in particolare della Libia, l'ad ha sottolineato lo «stato di grande confusione, per poi aggiungere che miracolosamente Eni sta producendo all'80%». In Nigeria, causa i continui furti su tubazioni che trasportano il petrolio il gruppo ha avuto «la tentazione di abbandonare». Poi, nuovo appello all'Europa perché si liberi, nel medio termine, dalla dipendenza russa investendo su «una rete di gasdotti pan-europea». Progetti e idee di cui Scaroni potrebbe non vedere la luce a causa dei requisiti di onorabilità che il governo ha chiesto di inserire negli statuti di Eni, Enel e Finmeccanica.
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