L'Eurozona fa soffrire anche l'auto. L'anno si è aperto malissimo per il settore delle quattro ruote, che inanella una serie di dati preoccupanti: -12,8% le immatricolazioni nell'area euro, come ricorda il Centro studi Promotor; -8,5% il dato complessivo considerando l'Ue27 e i Paesi Efta (Islanda, Svizzera, Norvegia e Liechtenstein). Italia e Grecia vestono la maglia nera con, rispettivamente rispetto al 2012, -17,6% (quattordicesima flessione consecutiva a doppia cifra) e -34,5%. Ma basta il confronto con i periodi ante-crisi, sottolinea Promotor, per rendersi contro della portata del crollo verticale: -57% la Spagna, -53% il Portogallo e -44% l'Italia. In gennaio male anche Francia (-15,1%) e Germania (-8,6%).
Segno positivo, invece, per Regno Unito (+11,5%), in crescita da undici mesi «grazie - spiega la nota dell'Unrae - alla maggiore stabilità della situazione economica». Bene anche la Spagna (+7% a gennaio), in virtù del «pompaggio» determinato dagli incentivi (150 milioni stanziati dal governo dopo una prima tranche di 75, esaurita in tre mesi e mezzo).
Se l'Eurozona e l'Ue27 soffrono (calo mai così basso dal 1990), non è così per i Paesi che non applicano la valuta comune. Per essi inizio d'anno spumeggiante con un +6,1%, grazie al contributo pesante del Regno Unito.
Roberto Vavassori, presidente dell'Anfia (filiera italiana), lancia un appello al futuro governo del Paese: «Si metta subito mano a un serio e improcrastinabile piano d'azione. Bisogna razionalizzare la tassazione e avviare misure di politica industriale indispensabili per rilanciare crescita e sviluppo».
Gli fa eco Filippo Pavan Bernacchi (Federauto), il quale punta il dito sull'accanimento fiscale da parte del governo. «Si è prossimi a danni irreversibili - sbotta il leader dei concessionari - e così la domanda di autoveicoli si è quasi dimezzata rispetto al 2007». In gennaio, sempre in Italia, le radiazioni di autovetture hanno superato le immatricolazioni: ogni 100 auto nuove targate, si sono avute 139 radiazioni.
In gennaio i principali gruppi automobilistici presenti nella «top en» europea hanno archiviato il mese con volumi quasi tutti in ribasso, a eccezione dei tedeschi di Bmw e Mercedes. L'incremento del 6,4% segnato dal gruppo Bmw, comunque il più alto nella «top ten», non ha però impedito ai bavaresi di scivolare in settima posizione, lasciando il sesto posto in classifica al gruppo Fiat. In testa alla «top» si conferma il gruppo Volkswagen (-5,5%), seguito da Psa Peugeot Citroën (-16,1%) e gruppo Renault (-6,1%). Male Ford: -25,5%. Tra i singoli marchi, il calo più marcato lo ha segnato Lexus (-47,2%), mentre il risultato più eclatante è di Jaguar (+26,2%). Fiat ha iniziato l'anno piazzando la sua Panda «made in Pomigliano» tra i 10 modelli più richiesti. La classifica è guidata ancora una volta dalla Volkswagen Golf. Il Lingotto, con i suoi marchi, ha fatto comunque peggio del mercato: -12,4% le vendite e quota scesa al 6,6%, contro il 6,9% di un anno fa. Ma, come evidenzia la nota del gruppo, una boccata d'ossigeno arriva dal marchio Fiat che ha limitato la perdita dei volumi al 4% e ha accresciuto la quota al 5,1%, contro il 4,9% di un anno fa.
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