La lezione di Emiliana

Emiliana Colitto era una ragazza abruzzese di 23 anni. Venerdì in un evento che ho tenuto a Vasto, in provincia di Chieti, ne ho incontrato il papà. Si chiama Maurizio. Mi ha avvicinato e mi ha raccontato la tragedia che ha colpito la sua famiglia. Mi narra la storia di Emiliana, del terribile incidente che l'ha portata via, in una notte di settembre dello scorso anno a Milano. Maurizio ha il cuore spezzato. Il suo dolore affanna anche il mio. Lo ascolto. Mi chiede di ricordare la sua ragazza, raccontando delle borse di studio istituite a nome di Emiliana presso l'Università Cattolica di Milano, della manifestazione che si terrà in ateneo lunedì 25 marzo. Ecco Maurizio. Per quello che possono servire queste poche righe in rapporto al tuo dolore, mi permettono di mantenere la mia promessa.

Ma io scrivo di risparmi, di ciò che accade ai patrimoni delle famiglie, di come utilizzarli e proteggerli. È indubbio che il bene primario di ogni famiglia sia sempre e comunque il «capitale umano», che va protetto prima di ogni cosa. Per il dolore, quando accade qualcosa di così tragico, c'è solo il tempo e il ricordo che possano attenuarlo in qualche modo; ma le tragedie portano con se mille altri strascichi: burocratici, legali, testamentari e altri che, quando tutto va bene, neanche ci immaginiamo. La vita di ciascuno di noi continua anche quando finisce quella biologica. La vita, anche quando non c'è più, continua a incidere sulle vite di chi resta.

Allora, tutto quello che possiamo imparare, ascrivere alla lezione che Emiliana può impartirci è che le cose accadono, accadono perché fanno parte della vita. E noi lo sappiamo, ma continuiamo a fuggire da tutto questo, come se il non affrontarlo, possa fare in modo che il problema, la tragedia, siano sempre lontani da noi.

leopoldo.gasbarro@me.com

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