L'Italia "illumina" di verde le big tech

Enel vende energia rinnovabile a Facebook & C. E Eni esporta il green in Australia

L'Italia "illumina" di verde le big tech

Sofia Fraschini

L'energia verde parla italiano. Il nostro Paese, oltre a essere sopra la media europea per produzione di energia da fonti rinnovabili, «esporta» fuori dai confini nazionali il proprio know how in materia. La principali «ambasciatrici» sono Enel ed Eni, ma la «squadra verde» vede in prima linea anche Erg, Saipem e Maire Tecnimont (tra le quotate) per non parlare di quell'esercito di piccole imprese che forniscono le tecnologie green a terzi.

Aver fatto pratica «in casa» ha aiutato e il biglietto da visita delle italiane all'estero è di tutto rispetto: secondo uno studio del Gse (gestore dei servizi energetici), con una quota verde del 18,3% sui consumi energetici totali, l'Italia è la migliore tra i principali Paesi europei (Germania, Francia, Spagna, Regno Unito) e sopra la media Ue. Ecco allora che molte società hanno iniziato a guardare oltre confine: dal Sudamerica all'Africa, passando per la clientela privata (grandi aziende soprattutto).

Partendo da Enel, attraverso la controllata Egp, sono diverse le società (soprattutto americane) a cui fornisce energia verde. Ultima in ordine di tempo, la catena di abbigliamento Gap. Ma non solo. Per esempio, grazie al parco eolico di Rattlesnake Creek nel Nebraska vende energia a Facebook e Adobe, mentre quello di Diamond Vista, nel Kansas, rifornirà Kohler, Tri-County Electric Cooperative dell'Oklahoma e City Utilities of Springfield. Nell'alimentare, Anheuser-Busch acquista da Egp l'elettricità da fonte rinnovabile necessaria a produrre oltre 20 miliardi di boccali di birra l'anno. Il gruppo guidato da Francesco Starace vende poi energia verde a Bloomberg, General Motors, Mondelez International e AngloAmerican. Dal Sud Africa al Marocco, dallo Zambia all'Etiopia, Enel Green Power è poi attualmente il principale operatore privato nel settore delle rinnovabili in Africa. La società sta sviluppando progetti solari fotovoltaici ed eolici per un investimento di 1,5 miliardi.

Quanto ad Eni, l'ad Claudio Descalzi ha confermato al premier libico Fayez al-Sarraj l'impegno della società sulle attività operative e progettuali e ha rinnovato l'impegno nel campo sociale. Lo sviluppo di energie rinnovabili nei paesi come la Libia rappresenta un elemento fondamentale nel processo di transizione energetica verso uno scenario low-carbon. Con l'introduzione delle fonti di energie rinnovabili, per la prima volta nel Paese, Eni fornirà una risposta alla richiesta di maggiore energia elettrica per la popolazione, senza aumentare il consumo locale di idrocarburi. Seppur in stato embrionale, la proposta si accompagna all'impegno green di Eni che, allo stato, si focalizza in Australia, grazie a una mega a centrale fotovoltaica che eviterà l'emissione di circa 63.000 tonnellate l'anno di CO2 nell'atmosfera. E in Kazakistan dove è in costruzione un grande impianto eolico che sarà a servizio della popolazione. Eni e Maire Tecnimont, inoltre, hanno avviato una partnership per realizzare una tecnologia di conversione di rifiuti e plastiche per la produzione idrogeno e metano.

Maire Tecnimont, attraverso la controllata NextChem, è poi pronta a sviluppare iniziative tecnologiche nel campo della transizione energetica. L'accordo prevede la collaborazione anche nel campo delle energie rinnovabili e in particolare nel solare termodinamico a concentrazione, un settore nel quale Enea e Marie Tecnimont hanno già lavorato insieme per realizzare l'impianto Mats in Egitto.

Dal canto suo, Erg porta invece l'energia del vento made in Italy attraverso diversi parchi eolici creati in Francia, Germania, ma anche in Polonia, Romania, Bulgaria e Gran Bretagna. E Saipem sta sviluppando parchi eolici offshore in Arabia Saudita (mercato chiave) e Scozia.

In particolare la società guidata da Stefano Cao punta a sviluppare progetti green nell'area del Mediterraneo orientale tra le coste della Grecia, Cipro, Libano, Israele ed Egitto dove ha gia un ruolo strategico a seguito delle significative scoperte effettuate.

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