Continua il battibecco a distanza tra Volkswagen e Fiat e a nulla, alla luce delle nuove provocazioni partite da Ferdinand Piëch, gran capo del gruppo tedesco, sembrano essere servite le non tanto lontane strette di mano e pacche sulle spalle, sotto i flash a un Salone, tra Sergio Marchionne e Martin Winterkorn, il «delfino» del potente vecchio di Wolfsburg. Secondo Piëch, infatti, Fiat non avrebbe futuro. In un'intervista a Bloomberg, l'influente top manager tedesco ha affermato che, sulla base dell'attuale performance (le vendite in Europa sono ai minimi, e dimezzate rispetto al 2001), il Lingotto «non è capace di sopravvivere da solo; Marchionne fa male con Fiat». Un modo, forse, per forzare la mano su Alfa Romeo, il suo sogno proibito, visto che, contemporaneamente, la stessa Bloomberg rilacia un'indiscrezione proprio sul Biscione: "Molto probabilmente Fiat rinvierà al 2015 due nuovi modelli del Biscione (uno potrebbe essere la 4C, l'altro non si sa ancora-ndr) previsti nel 2014». L'agenzia aggiunge anche che "Fiat potrebbe finalizzare entro il primo trimestre del 2014 i piani per costruire nuove Alfa Romeo nello stabilimento di Cassino». Da via Nizza nessun commento alle indiscrezioni e alla sparata del numero uno storico del gruppo tedesco.
Le provocazioni di Piëch, comunque, potrebbero anche essere intese come un vero atto di guerra a Fiat, mettendo il dito nella piaga da ricercare nella debolezza di Torino sul mercato europeo, con l'obiettivo di portarsi a casa il marchio di Arese. Unico merito riconosciuto a Marchionne è quello, precisa Piëch, di «fare bene con Chrysler.
Non ë un mistero che il «grandissimo Ingegnere», come descrive spesso Marchionne la statura professionale del nipote del mitico Ferdinand Porsche, abbia un debole per il made in Italy a quattro e due ruote: e se è riuscito ad accaparrarsi, attraverso Audi, i marchi Lamborghini e Ducati, arrivando anche a invadere il territorio torinese con il blitz, ben remunerato, su Italdesign-Giugiaro, per non parlare dei ponti d'oro a designer (Walter de Silva, Wolfgang Egger e Alessandro D'Ambrosio) e manager del Lingotto (Luca De Meo e Giovanni Perosino), Piëch ha perso però il giovane Flavio Manzoni, rientrato nella galassia Agnelli alla guida dello stile Ferrari. Anche il Cavallino di Maranello è nel libro dei sogni del capo azienda di Wolfsburg (farebbe carte false per conquistarne anche una fetta). È ormai una tradizione la sua visita, in compagnia della moglie, allo stand Ferrari nei vari Saloni, tra sorrisi, battute, foto ricordo e strette di mano con i top del gruppo italiano: Luca di Montezemolo e, se passa in zona, il «nemico» Marchionne.
«Gli abbiamo
chiuso le porte di Alfa Romeo in faccia - ha ironizzato un giorno l'ad di Fiat e Chrysler conversando a un Salone - ma lui insiste a voler passare dalla finestra». Ma forse, ora, Piëch ha deciso di tirar fuori il bazooka.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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