Fondazione Mps, cambiare si può, ma senza fretta. «Diversificare il patrimonio è una prospettiva da guardare con grande attenzione, ma difficile da attuare nel breve periodo». Così il presidente della Fondazione Mps, Gabriello Mancini, risponde indirettamente alle considerazioni del presidente della banca, Alessandro Profumo, che nei giorni scorsi aveva indicato la necessità per l'Ente senese di diluirsi, così da diversificare il portafoglio: «Non può avere tutti i suoi beni investiti in un singolo asset», quello della banca. In pratica, chiedendo alla Fondazione presieduta da Mancini di alleggerire la propria quota in Mps, oggi pari al 36,5%, per rimediare a una situazione finanziaria che resta complessa.
Un percorso possibile, ha lasciato intendere Mancini, parlando alla festa del Pd senese, ma facendo anche capire che non sarà subito: anche perché gli «obiettivi primari sono la difesa del patrimonio e la sua messa in sicurezza». E, in tal senso, il numero uno di Palazzo Sansedoni ricorda che, a giugno, è stata chiusa «con grande sforzo la rinegoziazione del debito di 350 milioni di euro con le banche creditrici».
Altro tema su cui occorre fare una riflessione, secondo Mancini, è la revisione dello statuto. «Non è una modifica che possiamo fare da soli, ma coinvolgendo anche le istituzioni», spiega, e poi aggiunge che una considerazione «è inevitabile su durata dei mandati, composizione degli organi di controllo e di rappresentanza, di incompatibilità, responsabilità e professionalità, anche se poi lo statuto dovesse rimanere invariato». Quanto al suo futuro, Mancini sottolinea di non aver «mai pensato» alle dimissioni (il mandato scade a luglio del prossimo anno) e di avere «la coscienza tranquilla» perché «la Fondazione ha realizzato quello che ci hanno chiesto di fare». Infine, parla del nuovo piano industriale di Mps plasmato dall'ad Fabrizio Viola e da Profumo: lo «abbiamo apprezzato e ritenuto realistico in quanto, in questa fase di difficoltà, tenendo presente i ricavi, ma basandosi sui costi, ha più possibilità di realizzarsi». Mentre sulle trattative in atto tra la banca e i sindacati, il presidente dell'Ente auspica «il massimo della convergenza»: le forze sociali non accettano le esternalizzazioni previste dall'istituto per centrare l'obiettivo di tagliare i costi. Intanto, in Borsa, Mps (-2,18% a 0,23 euro), dopo tre giorni sull'ottovolante, si è allineata alla seduta in rosso dei mercati. Da venerdì scorso le azioni si sono rivalutate del 33 per cento.
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