Economia

Manley riapre a Fca-Renault: "Dipende dalle circostanze"

L'ad del Lingotto al FT: «La logica industriale esiste ancora. Ma possiamo sempre andare avanti da soli»

Manley riapre a Fca-Renault: "Dipende dalle circostanze"

«Se le circostanze dovessero cambiare (l'Eliseo con le sue interferenze, ndr), allora i sogni potrebbero unirsi e le cose accadere. E in questo caso saremmo interessati ad avere notizie di Renault». Mike Manley, ad di Fca, invia questo messaggio a Parigi dalle pagine del Financial Times, dopo che nei giorni scorsi tra i francesi e i soci riottosi di Nissan si è ripreso a parlare di una possibile revisione delle partecipazioni incrociate all'interno dell'Alleanza, ora sbilanciate dalla parte transalpina.

Manley, dunque, apre alla ripresa del dialogo tra Fca e Renault, dopo l'improvviso dietrofront, a un passo dall'accordo, deciso del presidente del Lingotto, John Elkann, in quanto «erano venute meno le condizioni».

L'ad di Fca, nel frattempo, si sta dimostrando piuttosto loquace, visto che ha rilasciato dichiarazioni anche a Bloomberg, precisando che «Renault rappresenta un'opportunità, ma non è l'unica». La grande stampa finanziaria sembra aver deciso di non mollare la presa su Fca, Renault e Nissan, in attesa di possibili sviluppi nei prossimi mesi.

È stato infatti il Wall Street Journal, la scorsa settimana, a dare per primo la notizia delle scambio di e-mail tra Parigi e Yokohama sul tema del riequilibrio delle quote nell'Alleanza. E la stessa Renault, in una delle sue e-mail, ha voluto sondare Nissan a proposito di una eventuale riapertura a Fca, una volta rimessi a posto gli assetti azionari (Renault, al cui interno lo Stato francese è presente col 15%, detiene il 43,4% di Nissan che, a sua volta, possiede il 15% del gruppo di Parigi ma senza diritto di voto).

Manley, parlando con i giornalisti, ha ribadito che, guardando a Renault, «la logica industriale che ha prevalso prima, esiste ancora», ma ha anche aggiunto che «Fca ha tutte le carte in regola per andare avanti da sola». Al momento dello stop alle trattative, il gruppo Fca-Renault sarebbe stato il terzo più grande al mondo - dopo Volkswagen e Toyota - con 8,7 milioni di veicoli venduti, una capitalizzazione di 33 miliardi e un fatturato pari a 170 miliardi. Le sinergie dal punto di vista produttivo messe in conto da Fca, grazie alle nozze con Renault, sarebbero ammontate a oltre 5 miliardi l'anno, senza contare quelle già presenti nell'Alleanza tra i francesi, Nissan e l'ultima arrivata Mitsubishi.

Anche Automotive News sta facendo dei botta e risposta a distanza tra Fca e Renault uno dei temi clou dell'estate. Il quotidiano online scrive, in proposito, che alcuni analisti continuano a credere che Fca non abbia rinunciato del tutto all'accordo con i francesi e che i recenti dati finanziari del Lingotto, con i guadagni evidenziati, servano a Elkann e Manley come leva nei confronti di Parigi. Automotive News, citando un analista di Bernstein, vede Fca puntare sul business redditizio nel mercato americano, sulla propria solidità e il flusso di cassa positivo. «E a trarre vantaggio da un asse Torino/Auburn Hills-Parigi - dice il report - sarebbero anche gli affari in Europa».

Per ora, nessuna risposta da Renault. L'ad Thierry Bolloré, nei giorni scorsi, parlando con Les Echos, aveva sottolineato come «l'operazione di integrazione con Fiat Chrysler Automobiles continuerebbe ad avere robusti fondamentali».

Finora Fca e Renault ammiccano attraverso i giornali.

Ma di ufficiale, nel senso di faccia a faccia, non c'è traccia.

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