Mediaset, sale l'utile e torna la cedola

I profitti netti in crescita a 23,7 milioni, bene la Spagna. Il debito scende ai minimi da sette anni

Mediaset, sale l'utile e torna la cedola

Mediaset ritrova la cedola. Dopo tre anni gli azionisti possono nuovamente presentarsi all'incasso grazie a un 2014 in deciso miglioramento e alla decisione di distribuire la quasi totalità (96%) dei profitti ai soci. E, dunque, dei 23,7 milioni di utile, rispetto agli 8,9 milioni del 2013, ben 22,7 milioni andranno a remunerare gli azionisti. Una scelta legata soprattutto al ritrovato smalto del business in Spagna e alle ottime performance industriali e borsistiche della partecipata, al 40% Ei Towers, impegnata nell'Opas su Rai Way su cui però Mediaset non ha voluto rilasciare commenti. Quanto ai conti del gruppo presieduto da Fedele Confalonieri e guidato dal vicepresidente Pier Silvio Berlusconi, nel 2014 ha registrato ricavi per 3,4 miliardi (dato in linea con il 2013), mentre l'indebitamento netto scende da 1,4 miliardi a 861,3 milioni (il più basso degli ultimi sette anni) a fronte di un patrimonio netto in crescita a 3 miliardi.

Certo, più che la ripresa pubblicitaria, a favorire i conti sono i risparmi, che l'anno scorso hanno raggiunto la soglia dei 631,2 milioni rispetto ai 450 milioni stimati inizialmente. Il direttore finanziario Marco Giordani ha comunque specificato che la decisione di tornare al dividendo «è legata alla fiducia che abbiamo per il futuro. Per tornare ai vecchi tempi, quando le cedole erano più sostanziose dei 2 centesimi che daremo quest'anno, dobbiamo aumentare la redditività».

E Mediaset ci sta provando con il cospicuo investimento nei contenuti «calcio» per Premium, la pay tv di Cologno Monzese, che il gruppo ritiene capace di portare sostanziosi profitti nei prossimi tre anni. E poi c'è il mercato pubblicitario. Qui, dopo un inizio in sordina, si evidenziano segnali di miglioramento. «Il mercato offre interessanti opportunità di recupero tra aprile e agosto», ha detto Luigi Colombo, direttore generale di Publitalia. Ma dato che la variabile «pubblicità» è difficile da prevedere, Mediaset ritiene che «l'andamento dei ricavi pubblicitari nella restante parte dell'esercizio resta, al momento, non quantificabile».

In Spagna, invece, dopo anni di crisi, la situazione è decisamente migliore, tanto che «Mediaset España ha raggiunto importanti livelli di redditività e una contribuzione positiva ai risultati economici consolidati». Mediaset, comunque, non ritiene di poter fare stime attendibili sui risultati legati a variabili difficilmente prevedibili come, appunto, la pubblicità o gli abbonati che, dalla prossima stagione, approfitteranno dell'offerta calcio che prevede l'esclusiva triennale della Champions League.

Ed è proprio sulla pay tv che sta lavorando la società. Il servizio, infatti, sarà certamente disponibile anche via Internet con le nuove offerte degli operatori a banda ultralarga anche se senza esclusive.

«Per Mediaset Premium stiamo cercando partner, non acquirenti - ha specificato Giordani - abbiamo ricevuto offerte per l'acquisto di tutta la piattaforma ma vogliamo restare in questo business». La pay tv è, per ora, partecipata all'89% da Mediaset e all'11% da Telefonica. Ieri, in Borsa, il titolo è salito del 3,2%.

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