Economia

Mediobanca conferma i suoi manager

Ma Del Vecchio sceglie Assogestioni e non vota la lista del cda. Il faro su Generali

Mediobanca conferma i suoi manager

Leonardo Del Vecchio vota con Assogestioni per il rinnovo dei vertici di Mediobanca e non per la lista del management che, ciononostante, viene rinnovato. La sua scelta non sposta gli equilibri di Piazzetta Cuccia. Almeno per ora.

L'assemblea, a porte chiuse, ha registrato la partecipazione del 65,35% del capitale e ha visto la vittoria della lista presentata dal cda uscente votata dal 44,2% del capitale. La lista di Assogestioni ha ottenuto il 19,1% del capitale dei consensi, compreso il 10,1% in mano alla Delfin di Del Vecchio, mentre la terza lista, presentata su iniziativa del fondo attivista Bluebell con Novator, si è fermata all'1,6% del capitale. In Piazza Affari il titolo ha perso il 4,9% e ha chiuso la seduta a 6,05 euro.

Per la squadra di vertice di Mediobanca si tratta di una vittoria ampia, anche se non manca un certo retrogusto amaro visti i recenti tentativi di avvicinamento, dopo mesi di schermaglie, tra i vertici aziendali e il fondatore di Luxottica. A votare per la continuità al vertice oltre al patto di consultazione light (a cui fa riferimento il 12,6% del capitale), dovrebbero essere stati anche il gruppo Bollorè (al 5,6%) e Unipol (all'1,965) oltre a una nutrita pattuglia di fondi. Il management ha ottenuto un consenso molto più ampio rispetto al 37% del capitale raccolto, tre anni fa, grazie all'appoggio del patto di sindacato (all'epoca al 30,6% del capitale). Rimarranno quindi al loro posto fino all'approvazione del bilancio del 2023 il presidente Renato Pagliaro, l'ad Alberto Nagel e il direttore Francesco Saverio Vinci così come 13 dei 15 consiglieri presenti nel cda appena scaduto. Ad uscire sono stati Marie Bolloré e Alberto Pecci, al cui posto sono entrate Virginie Banet e Laura Cioli.

Al di là dei risultati, gli esperti sono convinti: l'era di Del Vecchio in Mediobanca è solo agli inizi. L'appoggio dato dall'imprenditore alla lista di Assogestioni divide il mercato. In teoria si tratta di una scelta formalmente coerente con le linea ufficiale seguita finora da Delfin di definire la partecipazione in Mediobanca come un investimento finanziario. Ma in pochi credono che gli orizzonti di Del Vecchio non siano ben più ampi, soprattutto dopo il via libera dalla Bce a salire al 20% di Piazzetta Cuccia. C'è chi come Bivona sottolinea come sia la prima volta in cui il primo azionista di Mediobanca non vota l'ad e chi ipotizza la volontà dell'imprenditore di mantenersi libero da eventuali vincoli rispetto al cda in carica. In ogni caso, al contrario di un eventuale appoggio alla lista di un fondo attivista, il voto ad Assogestioni è per lo più letto come una dichiarazione quanto meno di non belligeranza nei confronti del management.

L'obiettivo per Del Vecchio potrebbe essere spostato più in là nel tempo, alla primavera del 2022 quando è in agenda il rinnovo dei vertici di Assicurazioni Generali (partecipata al 13% da Mediobanca e al 4,8% dallo stesso Del Vecchio).

Nel frattempo, Francesco Gaetano Caltagirone continua lo shopping su Generali in cui ieri è salito al 5,38% del capitale.

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