Mediolanum, profitti a 175 milioni

Raccolta a 2,1 miliardi. Massimo Doris: «Pir oltre un miliardo»

Mediolanum, profitti a 175 milioni

Banca Mediolanum accelera in Piazza Affari dopo la diffusione di dati semestrali migliori delle attese. Il titolo ha chiuso a 6,11 euro in rialzo del 3,1 per cento. Il gruppo fondato da Ennio Doris e guidato oggi dal figlio Massimo, ha chiuso il semestre con un utile netto di 175,3 milioni di euro, in calo dell'11% rispetto ai dati 2017 che avevano beneficiato di operazioni straordinarie (come la cessione di Banca Esperia), ma comunque meglio dei 157 milioni previsti da Equita o dei 159,2 milioni stimati da Banca Imi.

In accelerazione in particolare il secondo trimestre che ha raggiunto un utile netto di 116 milioni, il miglior risultato degli ultimi sei trimestri. Tornando al semestre la raccolta si è attestata a 2,1 miliardi (da 2,3 miliardi del primo semestre 2017), mentre le masse gestite sono salite a 76,1 miliardi (+5% rispetto a un anno fa e +1% da fine anno). A livello di solidità patrimoniale infine l'indice Common Equity Tier 1 Ratio risulta pari al 16,2%; tuttavia, applicando i parametri di gestione efficaci a partire dal primo ottobre 2018, sarebbe pari al 19,6% per cento.

Per quanto riguarda in particolare le attività sul mercato italiano, dove Banca Mediolanum conta su 4.249 family banker e più di 1,23 milioni di clienti, il gruppo ha realizzato una raccolta positiva per 1,822 miliardi, di cui 1,476 miliardi destinati ai fondi comuni di investimento. Sul fronte Pir (piani individuali di investimento) la raccolta nel semestre si è attestata a 550 milioni e per fine anno, secondo quanto attestato dall'ad Massimo Doris, dovrebbe essere superato il miliardo (dai 2,4 miliardi del 2017).

Quanto al futuro Doris si attende una raccolta netta nel gestito per fine anno di 3,5-4 miliardi.

La banca d'affari di Banca Mediolanum, nata a inizio 2018, dovrebbe raggiungere il pareggio già l'anno prossimo. Sarebbero già una decina le operazioni in rampa di lancio e che dovrebbero concretizzarsi tra la fine di quest'anno e il 2019 tra emissioni di bond, quotazioni e fusioni e acquisizioni.

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