Mfe si prenota per il 33% della portoghese Impresa. Un affare da 20 milioni

Verso un aumento di capitale riservato

Mfe si prenota per il 33% della portoghese Impresa. Un affare da 20 milioni
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Mfe-Mediaset sarebbe pronta a salire fino al 33% nel capitale di Impresa, media company leader in Portogallo, con un investimento intorno ai 20 milioni, sottoscrivendo un aumento di capitale riservato. La trattativa con la società potrebbe concludersi entro questa settimana. Sono queste le indiscrezioni raccolte ieri a Lisbona da fonti finanziarie e riportate da alcuni portali locali di informazione economica. Da Cologno, quartier generale di Mfe holding controllata dalla Fininvest dei Berlusconi (in foto Pier Silvio Berlusconi) - nessun commento. Mentre alla Borsa di Lisbona il titolo Impresa è sospeso da venerdì 31 ottobre "in attesa di comunicazioni rilevanti per il mercato". Lo schema ipotizzato implica una trattativa tra Mfe, le banche detentrici del debito di Impresa e la società, che a monte è controllata dalla holding Impreger con il 50,3%, a sua volta è controllata con il 71,4% dalla Balseger, cassaforte dei Balsemão, potente famiglia lusitana il cui patriarca Pinto Balsemão editore, politico ed ex primo ministro, scomparso il 22 ottobre scorso ricorda molto il profilo di Silvio Berlusconi. L'idea di Mfe sarebbe quella di salire nel capitale fino a una quota indicata dalle fonti finanziarie intorno al 33%, senza però incappare né in azioni di concerto, né nell'obbligo di un'Opa obbligatoria e senza assumere il controllo, che resterebbe alla Impreger degli eredi Balsemão, con una quota di maggioranza relativa vicina al 35%. A questo primo passaggio ne seguirebbe poi un secondo, più in là nel tempo, con il quale Mfe punterà al controllo di Impresa, sulla falsariga di quanto avvenuto in Germania con Prosiebensat1.

Impresa è un gruppo crossmediale che trasmette con la rete Sic 8 canali televisivi, gestisce la piattaforma streaming Opto e controlla Expresso, il settimanale di politica e società più

venduto del Paese. Da tempo non gode di buona salute finanziaria, con un bilancio in rosso (-66 milioni nel 2024) e un debito netto di oltre 130 milioni detenuto principalmente da istituti bancari, guidati dal gruppo Bpi.

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