Microsoft di nuovo nel mirino dell'Antitrust Ue che le appioppa una maximulta da 561 milioni di euro per aver disatteso gli impegni sulla libera scelta dei browser da usare. Sale così a quasi 2 miliardi il totale delle sanzioni inflitte da Bruxelles negli ultimi nove anni al gigante dell'informatica.
Ma come è nata l'ultima sanzione? Nel 2009 il gigante di Seattle, minacciato da una nuova stangata da parte dell'Unione europea, si era impegnato a lasciare liberi gli utenti Windows di scegliere il browser da usare per «navigare» al posto di quello preistallato sul sistema operativo, ovverosia Explorer.
La Commissione Ue accettò gli impegni presi da Microsoft, affidando allo stesso colosso Usa la verifica di quanto concordato. Microsoft ha quindi periodicamente spedito a Bruxelles le proprie relazioni, che ora definisce «candide», ma che in realtà lasciavano disattesi gli impegni presi. «Nel 2009 siamo stati ingenui, ma non succederà più», ha spiegato il commissario alla Concorrenza, Joaquin Almunia. «Ci siamo fidati dei rapporti di Microsoft e avremmo invece dovuto controllare direttamente l'applicazione dei rimedi, invece ce ne siamo accorti solo dopo il primo reclamo di un competitor di Microsoft», ha spiegato Almunia.
Gli addetti al controllo, cioè gli ingegneri incaricati da Microsoft, «non si sono accorti che per 14 mesi le finestre che offrivano la scelta di altri browser non c'erano più, e in nessuno dei loro rapporti c'erano elementi» che facessero sospettare una nuova violazione degli accordi presi con Bruxelles- ha aggiunto il commissario. Per la cronaca, Almunia nel 2009 non era in carica: al suo posto c'era l'attuale commissario all'Agenda digitale, Neelie Kroes. Ma quella di ieri non è certo la prima decisione presa a svantaggio dell'azienda fondata da Bill Gates. Nel 2004 la Commissione inflisse a Microsoft una multa di 497 milioni, la più alta mai comminata a una singola azienda da Bruxelles, per il caso Windows Media Player. La condanna per l'accusa di abuso di posizione dominante venne confermata anche dalla Corte di giustizia europea. Microsoft, dopo aver presentato appello, senza ottenere sconti, si era dichiarata pronta a rivedere le proprie strategie.
Nel 2007 ecco, però, un'altra stangata. La Commissione, infatti, rincara la dose con altri 899 milioni di euro di sanzione. Il colosso dell'informatica, anche allora, aveva disatteso gli impegni non divulgando i codici per rendere i suoi prodotti più integrabili con quelli di altri. Fino all'ultima vertenza di cui la società si è tuttavia assunta la piena responsabilità «per gli errori tecnici che hanno causato il problema e ci scusiamo», si legge in una nota di Microsoft, che precisa anche che il gruppo ha fornito «alla Commissione una valutazione completa e candida della situazione».
Il colosso di Redmond ha comunque precisato di «avere compiuto i passi necessari per rafforzare il processo di sviluppo dei software e altre procedure in modo da evitare questo errore, o altri simili, in futuro». Sperando che la promessa non venga disattesa, ma forse a Microsoft conviene di più pagare le multe.
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