Economia

MilanoSesto, rinasce l'area della ex Falck. Domani al via il cantiere della nuova stazione

L'ad Bonomi: "Fondamentale il sostegno bancario di Intesa e Unicredit"

MilanoSesto, rinasce l'area della ex Falck. Domani al via il cantiere della nuova stazione

A 17 minuti di metrò dal Duomo di Milano sta prendendo vita uno dei più grandi cantieri d'Europa, che per almeno 10 anni costituirà un importante volano di lavoro e di ricchezza. Si chiama MilanoSesto perché Sesto San Giovanni è il Comune su cui insistono gli 1,5 milioni di metri quadrati dell'area, e sarà una nuova città utilizzata da 50mila persone al giorno.

Domani sarà posata la prima pietra della nuova stazione ferroviaria di Sesto San Giovanni che darà il via alla realizzazione del primo lotto, denominato Comparto Unione: 500mila metri quadrati per 3 anni di lavori e circa 1,7 miliardi di investimento per la costruzione - oltre che della nuova stazione - della Città della Salute e della Ricerca dove avranno sede l'Istituto nazionale dei tumori e l'ospedale neurologico Besta, un nuovo polo universitario e ospedaliero San Raffaele, i primi edifici per abitazioni (800 unità in edilizia libera e convenzionata), un albergo da 300 posti letto, 40mila metri quadrati di uffici, un residence per 700 studenti e una prima porzione di 150mila metri quadrati del nuovo parco urbano.

A guidare il progetto è stato chiamato Giuseppe Bonomi, manager di lungo corso (Alitalia, Eurofly, Sea), oggi ad di MilanoSesto spa; preziosa in questo ruolo l'esperienza che ha maturato come ad di Arexpo (un milione di metri quadrati). Nel caso di MilanoSesto c'è anche un aspetto legato all'archeologia industriale: «Qui - racconta Bonomi - per oltre un secolo hanno avuto sede gli impianti siderurgici della Falck, dismessi oltre vent'anni fa. Le tre strutture storiche verranno destinate a un mix di funzioni legate a cultura, sport, benessere e al commercio di vicinato».

Il masterplan di questo grande progetto di rigenerazione urbana porta la firma dello studio di Norman Forster. Un capitolo delicato riguarda le bonifiche, già compiute per il 40%. «Vista la lunga storia di sito, in alcuni casi abbiamo scavato fino a 15 metri di profondità, con un costo finora di 200 milioni che alla fine saliranno a circa 500. Da questo punto di vista è stato essenziale il sostegno del gruppo Intesa Sanpaolo», spiega Bonomi. Le banche ricoprono un ruolo fondamentale. È grazie al ruolo di banca di sistema giocato da Intesa - unitamente a Unicredit e Banco Bpm e da ultimo Banca Ifis - che negli ultimi dieci anni è stato possibile portare a maturazione il progetto e avviare oggi la fase esecutiva.

Da un punto di vista finanziario, l'operazione funziona sostanzialmente così: MilanoSesto spa è proprietaria dell'area, che ha acquistato principalmente grazie ai finanziamenti di Intesa, Unicredit e Banco Bpm. La società rappresenta inoltre il soggetto attuatore e la stazione appaltante, in partnership con Hines. MilanoSesto conferirà le aree via via bonificate e urbanizzate a fondi immobiliari in cambio di quote degli stessi. Nei fondi immobiliari investirà Hines unitamente ai suoi co-investitori internazionali qualificati.

Con i proventi derivanti dalla valorizzazione dei lotti MilanoSesto salderà il debito con il sistema bancario, chiudendo il cerchio.

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