Monte Paschi raccoglie 5 miliardi

Monte Paschi raccoglie 5 miliardi

Di inoptato non è rimasto nulla o quasi: il colossale aumento di capitale da 5 miliardi del Monte Paschi terminato ieri è stato sottoscritto per il 99,85% dell'offerta. I pochi diritti di opzione non esercitati saranno offerti in Borsa a partire dal primo luglio. E per Rocca Salimbeni è il momento di brindare: la sofferta maxi-ricapitalizzazione è stata un successo. A tirare il fiato è anche il ministero dell'Economia e delle Finanze che, grazie allo sforzo di azionisti storici, nuovi e a tutt'oggi sconosciuti (sull'80% circa del capitale non si hanno notizie), può contare su un pronto rimborso dei Monti bond. E quindi evita la prospettiva di dover entrare nel capitale della banca più antica del mondo.
Quanto al titolo, Mps, dopo giorni di passione, chiude in rosso (-1,6% a 1,47 euro) nell'ultimo giorno dell'operazione che ha ridisegnato gli equilibri interni ed esterni del gruppo.
Anche se si tratta di un successo atteso vuoi per motivi speculativi (Mps, risanata, è ora scalabile), vuoi per una rinnovata fiducia nel piano industriale, vuoi infine per un semplice motivo matematico (chi non sottoscriveva spariva, essendo la diluizione prevista pari al 97,7%, in caso di volontà di uscita, tanto valeva vendere sul mercato i diritti), l'ammontare dell'operazione lascia sbalorditi. «L'ottima riuscita dell'aumento di capitale, ci consente di guardare al futuro con rinnovata energia», commenta l'ad Fabrizio Viola che aggiunge: «Quest'operazione, oltre a consolidare i nostri requisiti patrimoniali, ci permetterà di restituire al governo italiano circa 3,5 miliardi comprensivi di interessi e sovrapprezzo, ovvero la gran parte dei Monti Bond a suo tempo ottenuti».
Sale, intanto, la tensione per capire la definizione dei nuovi assetti societari del gruppo. In attesa delle comunicazioni Consob su cui si accenderanno i riflettori nei prossimi giorni e che potranno confermare la presenza di soci vecchi e nuovi nell'azionariato di Rocca Salimbeni, i punti interrogativi non mancano. La Fondazione Mps, azionista storico di Rocca Salimbeni scesa rapidamente dal 33,5% al 2,5%, insieme a Fintech (al 4,5%) e Btg Pactual (al 2%) a cui è legata a un patto di sindacato, ha confermato di aver esercitato integralmente i propri diritti. Ma è soprattutto la pattuglia degli investitori stranieri a mantenere elevata l'attenzione sul gruppo senese, soprattutto dopo l'ultimo coming out di T.Rowe Price Associate entrato pochi giorni fa nel capitale di Rocca Salimbeni con il 2,1%. A cogliere l'occasione per un ingresso in forze in Mps sarebbe stato, secondo indiscrezioni di mercato anche Beauport Financial. Quanto a Blackrock (al 3,2%) e Axa (accreditato intorno al 3%), Ubs (al 2,3%) e JP Morgan Chase (al 2,5%) non dovrebbero esserci uscite a sorpresa. Semmai la ricapitalizzazione potrebbe essere stata un'occasione per rinsaldare le posizioni a Siena.

Nebbia fitta invece sulle mosse della famiglia Aleotti, scesa in primavera dal 4 all'1,03% della banca e di Unicoop Firenze ridimensionata all'1% dal precedente 3 per cento.
Moody's intanto non ha atteso il termine ufficiale dell'operazione e ha alzato il giudizio a B1 dal precedente B2.

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