Economia

Mps, l'aumento va ai supplementari

Manca ancora l'ok delle banche, il cda si riaggiorna ad oggi. Ma la Borsa è positiva

Mps, l'aumento va ai supplementari

Sembrava tutto apparecchiato, ma Mps dovrà faticare ancora un po' prima di vedersi spianata la strada verso l'aumento di capitale da 2,5 miliardi di cui ha bisogno. Ieri doveva riunirci il consiglio d'amministrazione per limare i dettagli dell'operazione, ma è tutto stato rinviato (probabilmente a oggi o comunque nei prossimi giorni). Il cda del Monte, infatti, non si riunirà fino a quando non si saprà se ci sarà o meno il documento più importante: il foglio firmato dalle otto banche del consorzio di garanzia che si impegnano formalmente a sottoscrivere tutto l'eventuale inoptato. Con BofA, Citi, Credit Suisse, Mediobanca, Santander, Barclays, SocGen e Stifel Europe c'erano pre-accordi di garanzia, subordinati tuttavia alle condizioni di mercato e all'impegno di investitori pronti a partecipare alla ricapitalizzazione per almeno metà dei 900 milioni destinati ai privati (il Mef, azionista con il 64%, ne garantisce già 1,6 miliardi). Da quanto trapela da fonti finanziarie, le banche del consorzio stanno lavorando pancia a terra con Mps per chiudere l'accordo, ma il tutto richiede alcuni passaggi tecnici che necessitano di tempo.

C'è però anche un ostacolo sostanziale: le banche stanno aspettando che tutti i vari attori finanziari coinvolti formalizzino il loro impegno. Serve almeno questo, affinchè alla fine arrivi l'ok del consorzio: un passaggio fondamentale per far decollare l'operazione e permettere all'ad di Mps, Luigi Lovaglio, di tirare un sospiro di sollievo.

Finora Axa, partner di Mps nelle polizze, sarebbe pronta ad assicurare fino a 150 milioni. Per il momento rimane in stand by Anima, che avrebbe voluto in cambio allargare la collaborazione nel risparmio gestito. Gli altri nomi emersi nei giorni scorsi, e che sarebbero pronti a sottoscrivere una parte dell'aumento, sono quelli di Algebris, del francese Denis Dumont e del fondo Hosking che avevano partecipato all'operazione sul Credito Valtellinese quando l'istituto di Sondrio, finito poi nelle mani del Credit Agricole, era guidato dall'attuale ad del Monte. Ci sarebbe anche l'impegno delle maggiori fondazioni toscane, in primis Fondazione Mps e CariFirenze, per circa 30 milioni.

Dalle parti di Rocca Salimbeni continua a filtrare ottimismo sul fatto che, alla fine, tutte le tessere del mosaico andranno al proprio posto in tempo per lanciare l'aumento di capitale il 17 ottobre.

Anche il mercato ci ha creduto, del resto, con il titolo di Mps che in Borsa ha chiuso ieri in rialzo del 3,2% in un contesto di mercato altrimenti negativo. In ogni caso, il tempo stringe, perché l'approvazione al prospetto per l'aumento di capitale da parte di Consob deve arrivare entro venerdì per dare inizio alle operazioni come da calendario. La banca deve portare a casa entro metà novembre quanto necessario a finanziare le 3.

500 uscite incentivate e mettere in sicurezza i requisiti patrimoniali.

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