Vola Mps (+8,5% a 1,5 euro) mentre sale la speculazione legata ai possibili nuovi ingressi nel capitale della banca più antica del mondo, ancor più dopo la chiusura in anticipo dell'offerta sul mercato dei rarissimi diritti di opzione non esercitati, pari allo 0,15% dell'aumento di capitale da 5 miliardi chiuso venerdì scorso. Già nel corso della prima giornata di contrattazione i 178mila diritti inoptati per la sottoscrizione di oltre 7,6 milioni di azioni di nuova emissione sono andati esauriti a 17,75 euro l'uno.
Conclusa con successo anche l'ultima tappa della ricapitalizzazione, per Mps è ora arrivato il momento di guardare avanti. «Oggi è la giornata in cui abbiamo rimborsato larga parte del supporto pubblico ricevuto, e ora torniamo a essere una grande banca normale che deve fare bene il proprio mestiere, fare utili e servire bene il cliente», ha dichiarato Alessandro Profumo, presidente di Mps nel giorno in cui Rocca Salimbeni ha rimborsato 3,5 miliardi di Monti bond (di cui 3 di nominale, su un totale di 4,1 miliardi, e 329,6 milioni di interessi dovuti). La parte rimanente del prestito sarà restituita entro fine piano. «Ci siamo tolti un bel peso», ha ribadito l'ad Fabrizio Viola. Profumo si è poi detto fiducioso sugli stress test: «Con l'aumento abbiamo fatto un buffer per affrontare questa ulteriore sfida».
Per quanto riguarda l'azionariato, il mistero sui nuovi ingressi è fitto, nonostante la ridda di voci su fondi e investitori, prevalentemente esteri, che avrebbero colto al balzo l'occasione per entrare nel capitale di Rocca Salimbeni. «Tra 15 giorni sapremo qual è la base azionaria e non prevediamo che ci siano azionisti rilevanti, però ancora non lo sappiamo», ha aggiunto Profumo. Intanto, è già stato convocato un cda ordinario di Mps per la metà di luglio, ma secondo Viola «all'ordine del giorno, al momento», non c'è la sostituzione di consiglieri espressi dalla Fondazione posto che «non sono arrivate» dimissioni.
Mps ha intanto presentato ai sindacati la lettera che attiva le procedure previste dal contratto relative alla gestione del piano industriale 2013-2017 e ai suoi 8mila esuberi.
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