Giovedì prossimo, all'assemblea di Exor, la holding d'investimenti della famiglia Agnelli, il presidente John Elkann si presenterà davanti agli azionisti con un nuovo importante incarico, che ne rafforza la statura nel mondo internazionale dell'editoria.
Proprio ieri, infatti, Elkann ha messo un piede nella galassia che fa capo a Rupert Murdoch, entrando nel consiglio di amministrazione della nuova New Corporation, nata dalla scissione della vecchia News Corp in due aziende: una specializzata in notizie, News Corp appunto, e l'altra in tv e film, «21st Century Fox». Nel comporre il nuovo cda, di cui fanno parte i figli James e Lachalan, il tycoon australiano, che presiede anche quello della società di tv e film, ha guardato ai nomi della finanza mondiale, ma anche della politica, come l'ex premier spagnolo Josè Maria Aznar. A convincere Murdoch a invitare il nipote di Gianni Agnelli a entrare nel cda della nuova società, vari fattori: l'esperienza personale di Elkann, alla luce anche della recente riorganizzazione del quotidiano di famiglia La Stampa; la decisione di Exor di entrare con il 5% nell'Economist; nonché la presenza di Fiat Spa (controllata da Exor) nell'azionariato del Corriere della Sera con il 10,291%.
A giocare a favore di Elkann anche la lunga serie di partecipazioni, a Sun Valley, nello Stato americano dell'Idaho, agli incontri della Allen & Co, una delle più potenti banche d'affari nel settore dei media.
«Penso che quello che si vede con operazioni recenti, come Time Warner o News Corp che si è separata in due - ha commentato Elkann, al convegno sul tema Crescere tra le righe - dimostra che chi è focalizzato sul proprio mestiere affronta meglio le sfide del futuro».
Sempre Elkann, ieri, si è soffermato sulle recenti polemiche riguardanti l'ipotesi di trasferimento della sede fiscale di Fiat Industrial-Cnh nel Regno Unito e dell'incognita Detroit, per il futuro quartier generale di Fiat-Chrysler.
«Organizzazioni grandi come la nostra - ha spiegato - non hanno una sola sede. Abbiamo un mercato importante in Europa governato da Torino, uno in Nord America gestito da Detroit e uno in Sud America gestito da Belo Horizonte. Quello asiatico da Shanghai. Più si va avanti, più quello della sede è un concetto che non ha senso per le organizzazioni grandi che hanno bisogno di tante sedi». Elkann ha quindi precisato che in Fiat «nessuno ha mai voluto evitare di pagare le tasse».
In Borsa, intanto, giornata positiva per Fiat Spa.
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