Economia

Musk compra Twitter per 44 miliardi. Così cambierà i social

Ok unanime del cda, entro l'anno l'addio a Wall Street. Ma Trump non ci tornerà

Musk compra Twitter per 44 miliardi. Così cambierà i social

«Ok, il prezzo è giusto». Per 44 miliardi di dollari, Twitter può passare nelle mani di Elon Musk. Il board del social network - il cui titolo ieri guadagnava oltre il 5% a un'ora dalla chiusura a Wall Street, ha approvato all'unanimità l'acquisizione da parte del patron di Tesla sottolineando che rappresenta la «strada migliore» per i soci e offre un sostanziale premio in contanti. L'acquisizione dovrebbe chiudersi entro l'anno, quando il social network dovrebbe lasciare Wall Street e diventare un società privata interamente nelle mani di Musk.

Resta da capire se l'aumento del valore dell'operazione, rispetto ai 43 miliardi proposti dal ceo di Tesla 11 giorni fa, sia legato a un miglioramento dell'offerta o a un più attento conteggio dei titoli coinvolti. Di colpo, sono stati comunque accantonati i propositi di scalata ostile, e la poison pill per impedirla trasformata in uno zuccherino. Un happy end molto americano, alla Frank Capra, se in ballo non ci fosse una montagna di palanche. E poiché pecunia non olet, a far capitolare il consiglio del gigante dei social media è stata l'offerta «migliore e finale» che il guru di Tesla è riuscito a mettere assieme la scorsa settimana dopo aver coinvolto una sorta di dream team bancario capeggiato da Morgan Stanley. Davanti a tanta potenza di fuoco, corroborata dalla volontà di gettare sul piatto cospicue risorse personali (Musk ci mette 21 miliardi di tasca propria), l'ad di Twitter, Parag Agrawal, ha per qualche giorno provato a guardarsi intorno per cercare alternative. Insomma, un altro pretendente. Niente da fare: ha trovato solo il deserto. Neanche un cinguettio di interesse. Anche perché i 54,2 dollari per azione offerti dall'uomo più ricco del pianeta corrispondono a un prezzo che alla Borsa di New York nessuno ha più visto dallo scorso novembre e che, ai valori di ieri, equivale ancora a un premio del 7% circa. Un'offerta che non si può rifiutare.

Eppure potrebbe non essere ancora il momento per andare a Canossa, per fare un totale atto di sottomissione. Il cda avrebbe infatti chiesto una clausola «go shop» con cui sarebbe consentito di sollecitare offerte rivali anche una volta messo la firma sull'atto di cessione. Pur se la ricerca di un cavaliere bianco non ha finora dato risultati, questo è il sistema perfetto per prender tempo e sperare che qualcuno si presenti alla porta. Il problema è che la pubblicazione della trimestrale, prevista per giovedì, potrebbe indicare risultati deludenti a cavallo tra gennaio e marzo. Molti analisti lo hanno già messo in conto.

A quel punto, il consiglio non avrebbe nessuna carta in mano per provare ad alzare la posta. E ciò si tradurrebbe in una sconfitta anche per l'incolpevole Agrawal, arrivato al comando a novembre con lo scopo di raddrizzare la redditività della piattaforma social entro il 2023. Per lui, non ci sarebbe più posto. Una volta al comando, Musk intende infatti rivoltare Twitter come un calzino, trasformandola «in forum per la libertà di parola» e facendo tabula rasa di quel board che «non possiede quasi nessuna azione» della società.

Molti repubblicani sperano di ritrovare sulla piattaforma Donald Trump, cacciato da Twitter dopo l'assalto al Congresso del 6 gennaio, e di poter contare su un nuovo alleato nella battaglia per la Casa Bianca.

Speranze che si infrangono contro un muro: secondo indiscrezioni riportate da Fox, l'emittente preferita dell'ex presidente, il tycoon non tornerà su Twitter neanche con Musk al comando.

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