I cinesi di Huawei Italia licenziano due dipendenti e con il sindacato è subito scontro. Per Giorgio Serao, di Finstel Cisl si tratta di un fatto gravissimo perchè sarebbero i primi per motivi economici nel settore delle tlc. I fatti per Serao sono chiari e alla base della questione c'è l'introduzione dell'articolo 18 della legge Fornero che permetterebbe licenziamenti più facili. In pratica è successo che due lavoratori hanno ricevuto, il 29 agosto scorso, una lettera che sarebbe poi il tentativo di conciliazione obbligatorio per legge tra azienda e dipendenti. Ma in questa lettera non viene data nessuna possibilità di ricollocazione. I due lavoratori sono impiegati nella business unit romana, che si occupa della commercializzazione dei cellulari, viene soppressa e le mansioni affidate ad altri dipendenti. Il tutto per ragioni economiche. Insomma la crisi obbligherebbe Huawei, un colosso da 32 miliardi di dollari di fatturato, a licenziare in Italia dove conta circa 700 dipendenti. Il colosso cinese che produce cellulari e apparati di rete Tlc gestisce in oursourcing anche la rete di Fastweb da cui ha acquisito 110 lavoratori. Secondo Huawei le cose stanno diversamente. In un comunicato l'azienda asserisce di «non aver comunicato alcun licenziamento ma avviato la normale procedura di conciliazione prevista dal nuovo articolo 7 della legge 604/66, finalizzata a favorire la risoluzione consensuale del rapporto incentivando l'esodo». Huawei è anche «sorpresa dalla posizione assunta da Serao. Una reazione incomprensibile trattandosi di una procedura perfettamente legittima, seppur dolorosa, che si inserisce all'interno della riorganizzazione di una singola divisione».
C'è da dire che spesso le divisioni di aziende straniere operanti in Italia fanno ristrutturazioni interne con la soppressione di funzioni e dunque posti di lavoro. Persino Apple ha ristrutturato trovando comunque con i dipendenti accordi condivisi, dato che solitamente ai lavoratori viene elargito, come buonauscita, circa un anno di stipendio. Ma certo trovare un posto di lavoro nell'ambito dell'Ict, fino a qualche anno fa, non era certo difficile. In un momento come questo è possibile invece che un dipendente, anche se giovane, preferisca restare in azienda piuttosto che rinunciare a un posto fisso. Certo Huawei non si aspettava tanto clamore per due licenziamenti. Ma anche un altro sindacalista, Michele Azzola segretario nazionale Tlc della Slc-Cgil è stupito per la procedura adottata. «Per una società che vuole crescere in Italia - ha spiegato Azzola - questo non è un bel biglietto da visita. Comunque fino a cinque dipendenti questa procedura si poteva fare anche prima della legge Fornero che resta comunque un «ignobile pateracchio». Oltretutto per capire come davvero funzionerà ci vorranno alcuni anni di sentenze da parte della magistratura. Insomma saranno le decisioni dei giudici ad orientare la legge».
Ora i due lavoratori con l'appoggio di Fistel-Cisl impugneranno le lettere ricevute.
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