Ora Parmalat chiede lo sconto a Lactalis: partita da 130 milioni

Ora Parmalat chiede lo sconto a Lactalis: partita da 130 milioni

Messa alle strette dalla Consob e dalla Procura di Parma, la Parmalat «targata» Lactalis ha chiesto l'aiuto di Guido Rossi e, soprattutto, ha avviato le procedure per chiedere uno sconto sul prezzo di acquisto della controllata americana del gruppo francese, valutata 960 milioni di dollari (730 milioni di euro).
In particolare, il comitato Rischi di Parmalat ha reso noto che, Lactalis America Group (Lag) ha conseguito a fine 2012 un ebitda di 96 milioni di dollari, superiore ai 95,2 milioni previsti a budget. Questo, secondo la società, sarebbe un segnale che conferma la «bontà dell'investimento». I meccanismi contrattuali di definizione del prezzo lasciano tuttavia il campo aperto a revisioni al ribasso del prezzo di acquisto e, a tale scopo, va ricordato che le spese di marketing di Lag nel 2012 sono state del 33% inferiori a quanto preventivato. Guido Rossi e PriceWaterhouseCoopers lavoreranno da una parte sugli aspetti legali e, dall'altra, su quelli contabili per arrivare a uno sconto.
Ma che cosa ha determinato questo ripensamento? Perché quella che doveva essere un banale passaggio infragruppo ha scatenato questa bagarre. La Consob, già da tempo, ha avviato un'attività di indagine per comprendere se questa operazione infragruppo avesse - come fine recondito - quello di trasferire buona parte della liquidità di Parmalat (riveniente dalle cause intentate contro le banche che avevano collocato i bond ai tempi di Tanzi) ai controllanti transalpini ledendo gli interessi di minoranza.
Come previsto dalle normative, ogni volta che la Commissione guidata da Giuseppe Vegas si interessa di abuso di mercato ne informa anche la Procura competente. E i magistrati di Parma ci sono andati giù pesante. Alla fine della scorsa settimana, infatti, il procuratore capo della città emiliana, Gerardo Laguardia, ha chiesto la revoca del cda di Parmalat e la nomina di un commissario.
Il punto di partenza è la fairness opinion di Mediobanca che valutava Lag in un range compreso tra 787 milioni e un miliardo di dollari. Secondo la Procura, il prezzo giusto sarebbe quello più basso, cioè Lag dovrebbe valere al massimo 600 milioni di euro (130 in meno di quanto versato). Uno sconto equo sarebbe pertanto attorno agli 800-810 milioni di dollari con la restituzione di 140-145 milioni (110 milioni) e il consiglio di amministrazione dovrebbe pretenderlo.
Anche perché, secondo quanto emerso nell'ambito dell'attività investigativa, la valutazione di Lag sarebbe stata effettuata in maniera troppo frettolosa. Gli advisor, su pressione di Lactalis, non avrebbero avuto il tempo di concentrarsi adeguatamente sul lavoro da svolgere.

Ecco perché se non ci sarà un ripensamento generale, la Procura potrebbe insistere per la nomina del commissario che, a quel punto, potrebbe annullare l'operazione. E se Lactalis fosse davvero interessata al «tesoretto» di Collecchio, dovrebbe lanciare un'Opa.

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