Parte l'asta dell'inoptato. Giulia Ligresti: «Delusi dalle banche» PREMAFIN-FONSAI

Si deciderà tra il 3 al 7 settembre l'asta per i diritti rimasti inoptati nei due aumenti di capitale gemelli di Unipol e Fonsai. A occuparsene sarà Equita Sim. Le banche del consorzio guidato da Mediobanca devono liberarsi di circa 660 milioni di euro di azioni non sottoscritte, pari a circa il 30% del capitale ordinario delle due compagnie, mentre la garanzia sulle azioni di risparmio Fonsai, per un controvalore di circa 140 milioni, grava su Unipol. Le banche vorrebbero sistemare almeno un altro 10%: i titoli coinvolti continuano a mantenersi in Borsa al di sopra del prezzo di offerta delle nuove azioni, anche se solo di misura.
Ma ieri si è levata anche la voce della famiglia Ligresti, critica verso le banche creditrici del gruppo per la condotta tenuta nella complicata partita di riassetto che ha consegnato Fonsai che ha consegnato alla galassia Unipol. «Delusi è dir poco, per come è stata impostata e gestita l'operazione», ha detto Giulia Ligresti, presidente e ad di Premafin in occasione dell'assemblea. Come previsto l'assise straordinaria della holding non ha neppure aperto i lavori: i soci erano chiamati a deliberare sull'eventuale revoca dell'aumento di capitale riservato a Unipol e già eseguito. Non è stato raggiunto, infatti, il quorum richiesto: in sala erano presenti soci rappresentativi solo del 3,984% (Giulia Ligresti e, per delega, il fratello Paolo e alcuni fondi).

Assente Unipol che controlla l'81% e aveva già fatto sapere di ritenere «impossibile» l'assemblea. Non ha preso parte ai lavori Alessandro Della Chá, custode giudiziale delle quote depositate nei trust offshore, che ne aveva chiesto la convocazione.

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