È partito il risiko delle Fondazioni

Gli enti di Cuneo e Bra si fondono. Guzzetti: "Possibili altre nozze"

È partito il risiko delle Fondazioni

Per le fondazioni suona il valzer delle fusioni. A scendere per prime in pista sono due enti piemontesi: il consiglio generale della Fondazione Crc (Cassa di risparmio di Cuneo) e il comitato d'indirizzo della Fondazione Cassa di Risparmio di Bra hanno infatti approvato il progetto di fusione per incorporazione di Bra in Cuneo. La Fondazione Crc è grande azionista di Ubi, di cui detiene il 5,9% del capitale. La Fondazione cassa di risparmio di Bra ha il 33% dell'omonima Cassa, che fa parte del gruppo Bper (l'istituto modenese controlla il restante 67%).

Il risiko degli enti verrà gestito dal presidente dell'Acri, Giuseppe Guzzetti, che ieri ha definito «certamente possibili» altre nozze tra fondazioni: «Non ho nomi da fare, ma credo che qualche operazione in giro per l'Italia la stiano valutando». Al momento non ne vedo in termini immediati in Piemonte, ha aggiunto sul tema Giovanni Quaglia, presidente della Fondazione Crt e dell'Associazione delle fondazioni di origine bancaria del Piemonte. Che è poi tornato a sottolineare la necessità di «una norma che regolamenti le fusioni, il modo di unire i patrimoni, la rilevanza fiscale. Questo aiuterebbe molto».

Quaglia non ha escluso la possibilità che in futuro una fondazione piemontese vada in soccorso della Fondazione Carige, incorporandola: «Certo bisogna ragionare per aree vaste e il Nord Ovest è una realtà. Chissà, può essere una buona suggestione». Di certo, alcune delle fondazioni italiane sono diventate troppo piccole per dare un sostegno concreto in termini di erogazioni al territorio. Senza dimenticare gli enti rimasti «orfani» delle banche finite in risoluzione come quelle delle Marche o la Fondazione Cassa Ferrara.

Il risiko delle fusioni parte alla vigilia del cambio al vertice di Acri e Fondazione Cariplo - entrambe presiedute da Guzzetti - che avverrà a primavera del prossimo anno. Ma le grandi manovre sono già cominciate. Sul nome del suo successore ieri Guzzetti ha detto che «il presidente della Compagnia di San Paolo, Francesco Profumo, è una persona più che adeguata per fare il presidente dell'Acri», ricordando però che nell'associazione «abbiamo sempre deciso tutto all'unanimità e anche questa decisione sarà presa all'unanimità».

Quanto alla scelta tra i due possibili candidati originari del Piemonte (oltre a Profumo c'è anche Quaglia), ha chiosato: «Quaglia ha già avuto questo importante riconoscimento nel comitato di supporto di Cassa Depositi e Prestiti (di cui è presidente, ndr), il resto seguirà. Voi che siete intelligenti traete le conclusioni», ha concluso con una battuta. Sul cambio in Cariplo, dopo oltre 20 anni di «reggenza», Guzzetti si è limitato ad escludere una pressione della Lega: «Siamo all'inizio.

Ho chiesto ai presidenti degli enti locali di mandarmi le terne di candidati, è tutto tranquillo».

Il vero testimone strategico nella gestione delle fondazioni dovrebbe essere ceduto da Guzzetti a Matteo Melley, che siede anche nel cda di Cdp (partecipata dagli enti con il 16 per cento).

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