Economia

Pensioni, Conte cambia tutto: così cancelleranno Quota 100

Un accordo sulla riforma delle pensioni verrà raggiunto a giugno, con la possibilità per i lavoratori fragili esposti ai rischi del Covid di accedere all’Ape Sociale

Pensioni, Conte cambia tutto: così cancelleranno Quota 100

A partire dalla seconda metà del nuovo anno ci saranno importanti novità riguardo pensionamenti, ammortizzatori sociali e politiche attive per il lavoro. Questo è quanto emerso dalle parole del Ministro Nunzia Catalfo, che ha preannunciato una vera e propria riforma delle pensioni entro giugno 2021.

Tra gli obiettivi della riforma c’è l'estensione dell’Ape sociale (anticipo pensionistico) per i “lavoratori fragili” danneggiati dall'emergenza Covid-19. Il Ministro del Lavoro ha garantito che, per questa categoria di dipendenti, il governo cercherà di favorire il pensionamento a 63 anni, così da evitare rischi alla salute connessi al coronavirus.

Ma la novità più importante della riforma delle pensioni in arrivo riguarda Quota 100, e serve ad evitare lo scalone di cinque anni che si verrà a creare una volta che la misura cesserà di esistere, ovvero alla fine del 2021.

Gli sforzi dell’esecutivo saranno tesi a garantire la flessibilità in uscita anche dopo Quota 100, con misure che faranno da “cuscinetto” nei mesi critici.

Difatti Pasquale Tridico, presidente dell’INPS - di concerto con il Ministro Gualtieri - si è detto d’accordo a non rinnovare per il 2022 l’anticipo pensionistico per chi ha almeno 62 anni di età e 38 di contributi, eredità del vecchio governo Lega-M5s.

Stando alle dichiarazioni del Ministro Catalfo, la misura individuata per sostituire Quota 100 risponde al nome di Quota 102, che consentirebbe di andare in pensione a 64 anni con almeno 38 anni di contributi (quindi due anni dopo rispetto a Quota 100).

Tuttavia, Quota 102 potrebbe prevedere una penalizzazione in uscita, con un taglio dal 2,5% al 3% per ogni anno di anticipo rispetto alla data che avrebbe dato diritto alla pensione di vecchiaia, ovvero a 67 anni compiuti.

Le trattative per concordare i dettagli della riforma sono ancora in atto e procedono con lentezza, dato che le misure in vigore smetteranno di produrre effetti da gennaio 2022.

All’orizzonte, però, potrebbe esserci un ostacolo: sembra che l’attuale Ministro del Lavoro possa essere travolto dal rimpasto di governo di cui si parla nelle ultime settimane. Anche se, ribadisce Nunzia Catalfo, un cambio di vertice non dovrebbe compromettere il buon esito della trattativa che porterà alla riforma delle pensioni tra un anno esatto.

Continua a leggere su Money.it

Commenti