Peugeot, rosso da incubo: 5 miliardi

Peugeot, rosso da incubo: 5 miliardi

Nel 2012 perdita choc per il gruppo Psa Peugeot Citroën: 5 miliardi di euro, la più pesante della storia per il costruttore di auto francese. In rosso profondo anche il risultato lordo operativo (1,09 miliardi), mentre i ricavi sono arretrati del 5,2% a 55,4 miliardi. È stata inoltre bruciata liquidità per circa 3 miliardi (la divisione auto ha visto evaporare 200 milioni al mese), e sempre di 3 miliardi è pure la cifra relativa al debito netto.
Philippe Varin, presidente del gruppo, nell'illustrare i dati ieri a Parigi, ha giustificato il momento nero con il mix geografico sfavorevole (la crisi dei mercati del Sud Europa) e un 2012 «particolarmente spossante». In questo scenario Psa ha venduto, nel mondo, il 17% in meno del 2011.
Verrebbe da dire, al governo d'Oltralpe, di mettere in campo tutti gli strumenti per salvare il «suo» Leone. Per ora l'unica mossa fatta, in attesa di un ventilato ingresso dello Stato nell'azionariato (ipotesi peraltro eclusa per ora da Varin: «Non è sul tavolo»), è stata quella di garantire l'emissione di obbligazioni per 1,2 miliardi da parte di Psa Banque, previo l'ok dell'Ue. Ma, al di là di questi aiuti e dell'annunciata svalutazione di asset per oltre 4 miliardi, il gruppo ha bisogno che il mercato europeo si risvegli dal coma.
«Abbiamo posto le basi per il rimbalzo industriale», ha detto Varin incrociando le dita, aggiungendo anche che il ritorno all'equilibrio dei conti è stimato solo per la fine del 2014. L'ottimismo palesato da Varin ha trovato la Borsa in linea. Ieri, a Parigi, il titolo, ha fatto un balzo del 7,3%, contando probabilmente anche sugli sviluppi dell'alleanza con Gm (risparmi per 2 miliardi dollari l'anno) che, tra l'altro, ha in pancia il 7% di Psa. Ciò non toglie che la situazione resta grave, alla luce anche della chiusura, il prossimo anno, della fabbrica di Aulnay, alle porte di Parigi, e al previsto taglio di 11mila posti su 91mila. «Auspico che non ci sia alcuna forma di panico», commentava ieri il ministro dell'Economia, Pierre Moscovici, consapevole che quella di Psa può diventare una grana pesantissima per il presidente francese François Hollande.
A questo punto il rivale italiano Sergio Marchionne, al vertice di Fiat-Chrysler, leggendo i dati di bilancio di Psa potrebbe aver esclamato: «L'avevo detto!». Non è un mistero che Psa ha collezionato 5 miliardi di perdite anche a causa dei forti investimenti, in particolare sui motori (l'ibrido diesel-elettrico) e i nuovi prodotti, coincisi con il crollo del mercato europeo. In proposito Marchionne è sempre stato dell'idea di evitare lanci nei momenti difficili, in quanto non coprirebbero i costi. E per tener lontane nuove perdite da incubo, come quelle denunciate da Psa, ha anche deciso di far svoltare il Lingotto verso il «premium». Vero è, però, che se ci sarà la ripartenza, i francesi avranno la gamma in buona parte rinnovata.


Varin, intanto, guarda a Russia, Sudamerica e Cina per compensare le perdite in Europa. A gennaio, però, ancora segnali negativi: in Francia mercato giù del 15,1% (-13,1% Peugeot, -15,9% Citroën). Anche il 2013 si preannuncia, così, «horribilis». E Varin è obbligato a fare buon viso a cattivo gioco.

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