Economia

Le polizze allo sportello? Un affare da 60 miliardi

I big del credito in manovra per espandere la vendita nelle filiali dei prodotti Danni. Il mercato della Rc Auto

Francesco Pacini

La bancassicurazione, ovvero le alleanze per vendere le polizze allo sportello bancario, è un business da oltre 60 miliardi l'anno. Secondo gli ultimi datti dell'Ania, da inizio anno a fine aprile sono stati raccolti allo sportello 19,2 miliardi di premi. I bassi tassi di interesse attuali spingono infatti le banche ad andare a caccia di commissioni mentre le compagnie assicurative possono sfruttare il canale d'accesso degli sportelli bancari e postali che sono il principale canale di vendita di prodotti Vita sul mercato italiano. Banche e compagnie stanno inoltre studiando come unire le forze per sfruttare l'onda dei Pir (i piani di individuali di risparmio). Tra le prime 10 società assicuratrici, secondo il report di Mediobanca, le Generali continuano a occupare stabilmente il primo posto con 67,2 miliardi di premi lordi. Alle spalle si trova Poste Vita a quota 19,9 miliardi, Unipol con 14,2 miliardi, Intesa Sanpaolo Vita (8,5 miliardi) e Allianz (5,9 miliardi).

Intesa, abbandonata la partnership con Generali, è diventata già leader nel Vita, e non fa mistero di voler raggiungere gli stessi risultati nel Danni. Anche Poste Vita si prepara a offrire polizze Rc Auto negli uffici postali.

Ma un conto solo le alleanze commerciali, altro gli investimenti e gli incroci azionari. Come dimostrano le mosse delle Generali, al 4,3% del Monte dei Paschi, che vogliono avere voce in capitolo sul rilancio del gruppo senese oggi controllato dallo Stato. Tanto che hanno presentato una lista di tre candidati per il nuovo cda di Rocca Salimbeni che dovrà essere approvato dall'assemblea dei soci della banca del 18 dicembre. Mps ha intanto perfezionato lo scorso 6 novembre con la francese Axa (azionista con una piccola quota della banca senese) l'accordo di rinegoziazione delle condizioni del rapporto di bancassurance volto a creare una joint venture assicurativa su prodotti vita, danni e previdenziali, prorogato lo scorso anno fino al 2027. E nell'elenco di candidato consiglieri del Monte stilata dal Tesoro c'è anche Salvatore Fernando Piazzolla, manager della compagnia francese.

Tornando alle Generali, nell'Est Europa, mercato storico per il Leone, sono in vigore diversi accordi di bancassurance e funziona bene la cooperazione con i due big italiani Intesa e Unicredit. Hanno prodotto buoni risultati le joint ventures avviate in Spagna con Cajamar e in Austria con Bawag Psk. In Brasile il Leone ha firmato una partnership esclusiva di lungo termine con Banco Bmg. Anche in Asia il gruppo può contare su partnership di bancassurance. In Italia sono in vigore diversi accordi di bancassicurazione tra cui quelli con Che Banca! (gruppo Mediobanca) e Creval mentre il Leone si è chiamato fuori alla fine dalla gara per l'accordo con Banco Bpm che ha siglato l'alleanza con Cattolica. «Il conto corrente è facile ed è stato digitalizzato. Ma i prodotti assicurativi hanno un impatto diverso sulla vita del cliente e richiedono l'intervento di consulenti assicurativi che li spieghino per poterli vendere», ha detto di recente l'ad di Generali, Phlippe Donnet per spiegare che la consulenza resta fondamentale anche nell'era delle polizze 2.

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