Economia

Poste, Caio gioca la carta del bilancio

Domani i conti, gli analisti vedono quasi 600 milioni di utili e dividendi in crescita

Poste, Caio gioca la carta del bilancio

Saranno i conti 2016 l'asso nella manica dell'ad Francesco Caio per rimanere alla guida di Poste Italiane e portare avanti la rivoluzione iniziata tre anni fa con la quotazione in Borsa. Secondo le indicazioni delle banche d'affari, infatti, i numeri di bilancio che saranno svelati domani segneranno una forte crescita di tutti i principali indicatori di business, con una conseguente sorpresa per gli investitori anche alla voce dividendi.

Numeri alla mano, il consensus degli analisti indica ricavi oltre 32 miliardi di euro, in crescita del 7%, un mol che si aggira sui 957 milioni (+8%) e un utile netto che dovrebbe sfiorare i 600 milioni, segnando un aumento di quasi l'8%. Risultati che l'amministratore delegato, chiamato tre anni fa a ridisegnare la società, farà sicuramente «pesare» in queste ore in cui, a livello politico, si decidono le sorti di moltissime società di Stato e la loro futura gestione. Per Poste l'appuntamento è vicinissimo con la presentazione delle liste lunedì prossimo e poi l'assemblea dei soci chiamata a formalizzare le nuove nomine a fine aprile. D'altra parte, sono gli stessi analisti - da Kepler ad Akros - a invocare una «continuità in seno all'azienda per vedere completata la trasformazione del gruppo» che, negli ultimi tre anni, è passata da un importante recupero di efficienze, ad esempio con il nuovo modello di recapiti a giorni alterni e la vendita di Banca del Mezzogiorno. Trasformazione che ha anche spinto Caio ad avviare un percorso di ammodernamento e digitalizzazione tutt'ora in corso.

A livello di business, le aree che risulteranno le più profittevoli con i conti 2016 sono, come già nel 2015, e come da piano industriale, quelle legate all'attività bancaria e assicurativa: dal Banco Posta arriverà infatti la maggiore spinta ai conti, così come dal business delle assicurazioni e del risparmio gestito (grazie anche alle sinergie sviluppate con Anima). Sull'attività postale, quella storicamente più in difficoltà, Caio ha avviato un percorso di forte trasformazione, cercando efficienza con il nuovo modello di consegne a giorni alterni e cogliendo le possibili opportunità derivanti dalla crescita dell'e-commerce.

Una strada ancora aperta per l'ad che, se dovesse essere riconfermato, avrà difronte a sé una serie di sfide e dossier caldissimi che saranno il cuore del nuovo piano industriale, che sarà riaggiornato già entro l'estate.

Se a livello industriale Caio deve proseguire il percorso di profittabilità del BancoPosta, sul piano strategico dovrà affrontare la privatizzazione di una seconda tranche di Poste (interessato è il 30% del capitale che potrebbe finire sul mercato ma ci sarebbe anche l'alternativa di una soluzione di sistema coinvolgendo la Cdp); la crescente competizione di banche e sgr; la diversificazione degli investimenti delle riserve tecniche e migliorare la qualità del servizio tradizionale. Su quest'ultimo aspetto, la consegna della corrispondenza ormai in difficoltà in tutto il mondo a causa della tecnologia, trova un possibile bilanciamento nella consegna dei pacchi grazie allo sviluppo dell'e-commerce. Un segnale concreto di questa trasformazione è l'accordo con Amazon che ha portato lo scorso Natale, nelle case degli italiani, attraverso Poste, oltre 4 milioni di pacchi. Sul fronte degli azionisti, piccoli e grandi, Caio si presenta rispettando la promessa, fatta in sede di Ipo, di mantenere una dividend policy dell'80% grazie alla quale Poste è tra i suoi competitor il soggetto più remunerativo in Europa.

Tanto che, domani, gli analisti si aspettando un dividendo in ulteriore crescita dagli 0,34 euro dello scorso anno a circa 0,38 euro, e un rendimento sopra il 6% per cento.

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