Procter&Gamble dimezza i suoi marchi: via 100 brand, da Campbell a Braun Oral-B

Dash, Duracell, Mastro Lindo, Gillette, Venus, Olaz. La galassia dei marchi Procter & Gamble invade da anni i mercati internazionali. Ma nei prossimi mesi, quasi la metà dei brand che abitualmente vediamo in vendita sugli scaffali dei supermercati spariranno. Nessuna crisi. «Solo», un cambio di strategia con il quale il colosso dell'Ohio si prepara a rivoluzionare i consumi. E, forse, a fare scuola. «Ci sono diverse prove che i negozianti e i consumatori non vogliono davvero più assortimento e più scelta. I clienti vogliono solo mantenere la loro vita semplice e conveniente». Alan George Lafley, amministratore delegato di Procter & Gamble, spiega così il nuovo corso del gigante dei beni di consumo che ieri - licenziando i conti di metà anno - ha annunciato che venderà o chiuderà da 90 a 100 dei suoi brand minori, per concentrarsi solo sui 70-80 più noti e redditizi. Tra i marchi che assumeranno la «leadership» dell'offerta P&G, 24 registrano un fatturato annuo compreso tra 1 e 10 miliardi di dollari, 14 tra i 500 milioni di dollari e un miliardo di dollari, i restanti tra i 500 milioni di dollari e una base minima di 100 milioni di dollari. I tagli scatteranno nell'arco di uno o due anni, ma la dirigenza non ha ancora rivelato i nomi dei brand destinati a saltare.

Secondo alcuni analisti, tra questi potrebbero essersi i profumi firmati da Naomi Campbell e i deodoranti Silvikrin. Ma nel mirino sono anche marchi minori come i preservativi Trojan, salviette Kandoo e Braun Oral-B.

La decisione è stata annunciata nel giorno in cui sono stati pubblicati i conti del secondo trimestre dell'anno. Lafley, insediato per la seconda volta come amministratore delegato lo scorso maggio, aveva già dichiarato che uno dei problemi cruciali della multinazionale restava la «complessità» della sua organizzazione. Da qui il cambio di rotta, che secondo l'ad permetterà di «semplificare le operazioni» e «concentrarsi sui prodotti che possono fruttare di più». Ieri la Procter & Gamble ha annunciato risultati relativi al quarto trimestre segnati dal calo delle vendite dell'1% a 20,2 miliardi di dollari, un dato peggiore rispetto ai 20,476 miliardi attesi dagli analisti.

Nei tre mesi, l'eps è però salito del 39% a 89 centesimi, mentre quello rettificato si è attestato a 95 centesimi contro i 91 del consensus di FactSet. Per l'esercizio appena iniziato il colosso dei beni di largo consumo stima un eps in crescita intorno al 5% su vendite aumentate dell'1-5%.

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