Dazi, guerra tra Trump e i giudici. Ma (per ora) la spunta Donald

Due giurie federali bocciano gli atti del presidente: "La legge non gli conferisce l'autorità". Ma la Corte d'appello sospende la sentenza: "Tariffe ancora in vigore"

Dazi, guerra tra Trump e i giudici. Ma (per ora) la spunta Donald
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La strategia dei dazi di Donald Trump barcolla, almeno per il momento, davanti alla giustizia americana. Due corti federali hanno bloccato le tariffe doganali imposte dal presidente segnando una battuta d'arresto per la sua agenda economica e aggiungendo un ulteriore livello di incertezza per i consumatori e le imprese Usa. Anche se la Corte d'appello ha deciso per ora di consentire che i dazi restino in vigore. Lo riportano i media americani. La prima decisione è stata emessa dai tre giudici della Us Court of International Trade (uno nominato da Barack Obama, uno da Ronald Reagan e uno dallo stesso Trump), i quali hanno definito i dazi illegali, stabilendo che la legge invocata dal tycoon per imporli non gli conferisce l'autorità per farlo. L'amministrazione americana ha subito deciso di fare ricorso: il dipartimento di Giustizia ha detto che la sentenza danneggia la diplomazia del comandante in capo e ha chiesto alla Corte d'appello di sospenderla, avvertendo che «in assenza di almeno un provvedimento provvisorio, gli Stati Uniti prevedono di chiedere oggi una decisione di emergenza alla Corte Suprema».

Il consigliere economico della Casa Bianca Kevin Hassett in un'intervista a Fox si è limitato a dire: «Vedremo cosa accadrà», sottolineando che l'amministrazione ha diverse opzioni. Durissima la reazione del vice capo di gabinetto Stephen Miller, che ha parlato di un «colpo di stato giudiziario fuori controllo». Mentre un portavoce di Pennsylvania Avenue ha rincarato la dose affermando che «non spetta a giudici non eletti decidere come affrontare adeguatamente un'emergenza nazionale. Il presidente si è impegnato a mettere l'America al primo posto e l'amministrazione si impegna a utilizzare ogni leva del potere esecutivo per affrontare questa crisi e ripristinare la grandezza di questo Paese».

La Us Court of International Trade si è pronunciata su due casi distinti - uno promosso dall'azienda importatrice di vini con sede a New York Vos Selections e da tre altre piccole imprese, e un altro da dodici stati americani (tra cui New York) - emettendo una sentenza che ha annullato i dazi imposti da Trump ai sensi dell'International Emergency Economic Powers Act, una legge del 1977. «La questione sottoposta alla corte è se tale legge delega al presidente sotto forma di autorità il potere di imporre tariffe illimitate sulle merci provenienti da quasi tutti i Paesi del mondo. La Corte non interpreta la legge come un atto che conferisce tale autorità illimitata e annulla i dazi contestati imposti sulla sua base», si legge nella decisione. Il tribunale «non si pronuncia sulla saggezza o sulla probabile efficacia dell'uso dei dazi da parte del comandante in capo come leva finanziaria - hanno aggiunto i togati - Tale uso è inammissibile non perché sia insensato o inefficace, ma perché la legge non lo consente». La Corte ha invalidato con effetto immediato tutti gli ordini di Trump sulle tariffe emesse da gennaio e basate sull'International Emergency Economic Powers Act, mentre non gli è stato chiesto di pronunciarsi su alcune di quelle imposte per settore (automobili, acciaio e alluminio) utilizzando una legge diversa. I giudici hanno inoltre ordinato all'amministrazione di emettere nuovi ordini che riflettano l'ingiunzione permanente entro 10 giorni.

Mentre il giudice Rudolph Contreras della Corte distrettuale di Washington Dc ha sottolineato che «l'International Economic Emergency Powers Act non autorizza il presidente a imporre i dazi stabiliti» nei quattro ordini esecutivi emessi da Trump all'inizio dell'anno, definendoli «illegali». Il giudice ha sospeso il suo ordine per 14 giorni «affinché le parti possano chiedere una revisione in Corte d'Appello». Per gli esperti, comunque, la sentenza introduce un nuovo livello di incertezza. In primo luogo l'amministrazione Usa ha fatto ricorso, e in secondo luogo The Donald potrebbe cercare percorsi alternativi.

«Al momento, nessuno sa con sicurezza se questi dazi, molto impopolari, saranno ripristinati in appello o dalla Corte Suprema - ha affermato Carl Weinberg, capo economista di High Frequency Economics - Quindi, l'incertezza è destinata ad aumentare».

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