Il metodo Casarini, soccorsi per soldi. Quando esultò: "E ora champagne"

Ma l'attivista imputato promette battaglia sul bonifico sospetto: "Solo donazioni"

Il metodo Casarini, soccorsi per soldi. Quando esultò: "E ora champagne"
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«Una montatura politico-giudiziaria, che siamo pronti a smantellare in sede di processo». I fondatori della ong Mediterranea promettono battaglia dopo il rinvio giudizio a Ragusa con l'accusa di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, e annunciano una «nuova nave» per il soccorso di migranti. È la Sea eye 4, battente bandiera tedesca e di proprietà della ong Sea Watch, che ora diventerà di Mediterranea: «È la risposta più forte e concreta che possiamo dare a chi lavora con accanimento per impedire che le vite delle persone migranti vengano salvate».

A Ragusa gli imputati devono rispondere di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina per quanto avvenuto nel settembre 2020, quando la nave della ong, la Mare Jonio, si recò in acque maltesi per effettuare dei controlli medici a bordo del rimorchiatore danese Maersk Etienne, che ospitava 27 migranti da 38 giorni, nella vana attesa di un porto da Malta. L'equipaggio della ong valutò la situazione come emergenziale, e trasbordò i naufraghi, poi sbarcati a Pozzallo. L'ipotesi dei pm è che dietro ci fosse un accordo commerciale con la società di Copenaghen, da qui la contestazione dell'aggravante del profitto. Oltre al comandante, Pietro Marrone, vanno a processo Alessandra Metz e Giuseppe Caccia, della società Idra, armatrice di Mare Jonio, Luca Casarini e tre componenti dell'equipaggio.

Al centro delle indagini, un bonifico di 125mila euro arrivato due mesi dopo sui conti della Idra. Causale: servizi di assistenza in acque internazionali. Gli indagati hanno sempre negato un accordo pregresso, ma i finanzieri che hanno svolto le indagini, sottolineano i contatti rilevati pochi giorni prima della partenza della Mare Jonio da Licata, tra Caccia e un'utenza danese dell'associazione degli armatori. Contatti che non erano allora sotto intercettazione, e dunque, non se ne conosce il contenuto. La ong promette di portare in aula proprio i danesi «che ci diranno che non c'è stato nessun accordo economico. E poi i naufraghi. Questo è un processo ai soccorsi», dicono i legali. La società danese ha dichiarato che i soldi erano un premio ex post, non un compenso pre pattuito. Nelle informative viene ricostruito il contesto di quei mesi. Prima del bonifico, c'erano forti preoccupazioni per la situazione finanziaria. Le fiamme gialle annotano che almeno nel 2020 «le erogazioni sui conti correnti» di Mediterranea venivano «sistematicamente trasferite sui conti correnti della Idra, bypassando le regole di trasparenza e di rendicontazione».

Agli atti delle indagini, alcuni scambi tra Caccia e la società danese, prima del trasbordo dei migranti: «Per favore - scriveva il primo - abbiamo bisogno di una mail dal comandante della Maersk Etienne in cui chiede assistenza, per il momento nessuna richiesta di trasbordo, prima dobbiamo giustificare il motivo per cui stiamo alterando il nostro percorso verso di voi». E messaggi come quelli tra Casarini e Caccia, in vista del bonifico dei danesi: «Potremo festeggiare con lo champagne, pagare stipendi e debiti».

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