Prof, negozianti e dipendenti: chi ci perde con quota 100

La sforbiciata sull'assegno col nuovo sistema previdenziale può arrivare fino al 20%. Ecco chi rischia il salasso.

Prof, negozianti e dipendenti: chi ci perde con quota 100

Quota 100 è ormai alle porte. E anche i tagli all'assegno. L'Ufficio Parlamentare per il Bilancio è stato chiaro: con la mossa del governo gli assegni saranno tagliati fino al 20 per cento. Una stima che può toccare anche il 34% con un anticipo di circa cinque anni. In tanti di fatto si chiedono quanto possa essere coinveniente andare via prima con una riforma che supera la Fornero ma che dà un taglio secco agli assegni. Chi va via prima, ad esempio all'età di 63 anni con 43 anni e 3 mesi di contribuzione, con il nuovo ricalcolo della pensione potrà avvicinarsi all'80 per cento della sua ultima busta paga ma perderà una consistente fetta del suo rateo.

Non conviene quota 100 nemmeno ad un insegnante che all'età di 61 anni va in pensione con 38 anni di contributi. In questo caso al posto di un assegno potenziale di 1900 euro circa, ne arriva uno di 1.794 euro. Il tutto lasciando di fatto circa 6 anni prima rispetto ai paletti fissati dalla Fornero. Ma come ricorda il Corriere non ci sono buone notizie sull'assegno nemmeno per un negoziante che decide di chiudere i battenti e ritirarsi in pensione a 61 anni dopo 40 anni di versamenti contributivi. In questo caso il rateo previsto da 850 euro scende a 795 euro. Insomma su molti fronti l'anticipo della pensione potrebbe comunque portare ad una perdita consistente sull'assegno. Il caso di un impiegato in una azienda in crisi con 62 anni di età e 39 di contributi è abbastanza esplicativo. Quota 100 gli permetterebbe di anticipare la pensione di due anni. Ma l'assegno subirà una sforbiciata del 10 per cento.

Va detto però che chi va via prima in media percepisce la pensione per un periodo più lungo. Questo andrebbe a mutare le stime sull'incasso totale che secondo uno studio del Messaggero porterebbe via dall'assegno circa l'8 per cento con un ritiro anticipato di circa cinque anni.

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